La nuova statua del bacio ci rappresenta nella memoria e nell'identità

Il posizionamento della statua “Il bacio della memoria di un porto” restituisce finalmente alla città un po’ di bellezza, di bontà e di giustizia

Incontro con il Sindaco per intitolare una piazza alle vittime dei bombardamenti

Il Comitato 14 Maggio ha avanzato una richiesta scritta di intitolare il piazzale compreso tra via Mazzini e Via Gorizia alle vittime civili dei bombardamenti anglo-americani

Anniversario della nascita dell'Optimus Princeps, il fondatore di Civitavecchia

Ogni nuovo Imperatore dopo Traiano veniva salutato dal Senato con l'augurio: possa tu essere più fortunato di Augusto e migliore di Traiano (Felicior Augusto, melior Traiano)

Recensione della nostra visita presso la Macchina del Tempo Civitavecchia

E’ una calda sera di agosto quella che ci vede, insieme ad alcuni simpatizzanti, in visita presso la Macchina del Tempo, progetto inedito a cura di Roberta Galletta, divulgatrice storica

14 maggio, Anniversario dei bombardamenti anglo-americani su Civitavecchia

Il Comitato ha deposto un omaggio floreale presso il Monumento alle Vittime civili dei Bombardamenti, partecipando alla cerimonia ufficiale insieme alle autorità locali per ricordare quanti hanno perso la vita durante la 1° incursione aerea alleata.

23 dicembre 2022

Pastorella di Civitavecchia nel secondo dopoguerra | Rinnovo della comunità e del legame con la tradizione


di Roberta Galletta

La Pastorella di Civitavecchia 

 affonda la sua origine nell’usanza del XIX secolo di rallegrare l’attesa del Natale con musiche suonate per le strade diffusa in tutta Italia e soprattutto nel Lazio.

Questa antica tradizione vanta due testimoni d’eccezione, due artisti che hanno avuto stretti rapporti proprio con Civitavecchia: lo scrittore francese Stendhal, console a Civitavecchia tra il 1831 e il 1842 ed il poeta dialettale romano Giuseppe Gioacchino Belli, vissuto dal 1800 al 1802 in una casa civitavecchiese  nella Quarta Strada, l’attuale via Pietro Manzi in tenera età.

 Il primo racconta nelle sue “Passeggiate Romane” dei pifferai che arrivavano a Roma dagli Abruzzi per cantare per i devoti della Madonna per raccogliere offerte, mentre  il secondo narra in due poesie  in particolare, “Li venticinque novembre” e “La novena de Natale” della presenza a Roma dei “piferari” che, arrivati  dall’Abruzzo e dalla Ciociaria a Roma il giorno di Santa Caterina, il 25 novembre,  si esibivano con un cantante, un suonatore di piffero e uno di zampogna.

A Civitavecchia questi personaggi arrivavano proprio dall’Abruzzo e dalla Ciociaria e giravano in città  suonando davanti alle tante edicole dedicate alla  Madonna all’interno del perimetro del centro storico della città. Quando alla fine del  XIX secolo la presenza degli zampognari e pifferai iniziò a venire meno, molti civitavecchiesi decisero di colmare questo vuoto per non spezzare una tradizione radicata ormai da molti anni.

 Fu così che le prime Pastorelle civitavecchiesi nacquero, mantenendo la tradizione di cantare e suonare musiche natalizie con pifferi, chitarre, triangoli e cembali. In seguito, nonostante l’offesa che i bombardamenti provocarono a Civitavecchia, con il rientro dallo sfollamento dopo le distruzioni del 1943-44, fu proprio attraverso il forte legame con questa tradizione che tra le macerie di quella Civitavecchia spettrale, soprattutto in quella Civitavecchia, grazie ad un gruppo  di civitavecchiesi, tra cui Mario Bartolozzi, Luigi e Cencio Bonamano, Mario Passavanti, Memmo Urbani, Angelo Fazio, Giulio Cesare Gasparini e i giovanissimi Massimo Borghetti, Gaetano Cesaretti e Massimo De Paolis  nacque  nel 1946 “La Tradizionale”, la prima Pastorella della ricostruzione, che riuscì a riportare in vita l’antica e amata tradizione.

Fu così che con  questo atto d’amore numerosi civitavecchiesi poterono sentirsi di nuovo comunità, che riannodava negli anni duri e difficili del dopoguerra  i fili del suo  legame con la città e le sue tradizioni che neanche la violenza delle distruzioni belliche era riuscita a tagliare.

Oggi, a distanza di oltre un secolo, la tradizione continua con tanti gruppi  che si ritrovano tutti insieme la sera del 23 dicembre davanti alla chiesa Cattedrale per suonare e cantare, come gli antichi zampognari e pifferai, accompagnati da flauti, chitarre, pifferi, triangoli e cembali per  le vie della città fino all’alba, rinnovando con amore e devozione una delle tradizioni più care ai civitavecchiesi



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21 dicembre 2022

Il solstizio d'inverno | Il Natale cosmico della natura


Camminando per strada in questi giorni non possiamo che notare quel particolare clima gioioso che, come tutti gli anni, precede il Natale. Sempre più spesso però, nell'immaginario moderno, questa festa è vissuta esclusivamente sotto l’aspetto commerciale e materialistico che essa ha assunto nella nostra società, ponendo inevitabilmente in secondo piano – quando non addirittura portandoci a vivere inconsciamente – il suo vero significato.
Innanzitutto è a nostro avviso necessario partire da ancora più lontano: ossia dal fatto che, con il progressivo allontanamento dell’uomo dalla natura, stiamo diventando sempre più insensibili al suo ciclo e alle sue molteplici manifestazioni. La stragrande maggioranza delle persone, oggigiorno, vive il susseguirsi delle varie stagioni esclusivamente per il fatto che si accorge del cambiamento di temperatura e, qualora sia ancora abituata a farlo, osservando nella natura dei cambiamenti evidenti.

Ma quale nesso si pone dunque in essere tra il mondo naturale con la sua ciclicità e una festa apparentemente legata al costume popolare e alla religione?

Ebbene l’aspetto più rilevante, e tutt'altro che casuale, del Natale è che esso si festeggia in prossimità di un altro avvenimento molto importante, ossia quello del solstizio d’inverno, che cade il 21 dicembre. Il solstizio d’inverno è un avvenimento di particolare rilevanza perché è il giorno più corto dell’anno, durante il quale la Terra si trova nel punto più lontano dal sole nel suo ciclico girare attorno ad esso.

Per tutti i popoli antichi, questo periodo dell’anno riveste un fondamentale aspetto simbolico, di carattere esoterico. Infatti, a partire dal giorno seguente il solstizio, le giornate ricominciano impercettibilmente ad allungarsi, simboleggiando la vittoria del sole sulle tenebre e il ritorno di un periodo di luce, che troverà il suo apice nel solstizio d’estate, giorno più lungo dell’anno.

Durante la notte più lunga dell’anno dunque, quando la luce pare abbia lasciato definitivamente spazio alle tenebre, ecco che anticamente si accendevano dei fuochi per propiziare questa vittoria e rinascita. Tale avvenimento però, non era vissuto esclusivamente come di carattere esteriore, bensì era un momento durante il quale fermarsi a riflettere su di noi e sul nostro agire, facendo della sincera critica introspettiva, seguita poi dalla celebrazione di questa rinascita di luce anche in noi stessi.

La vittoria della luce sulle tenebre sancisce pertanto un ritrovato (e rinnovato) stato dell’essere, che dopo aver affrontato e lasciatosi alle spalle gli aspetti più bui che in esso albergavano, è pronto a rimettersi in cammino verso un mondo luminoso con rinfrancata freschezza.

Con queste poche righe speriamo di aver contribuito in minima parte a tenere vivo il senso e il significato di quello che è forse il momento più significativo dell’anno, con l’augurio che questa consapevolezza cresca e scalzi il materialismo ormai insito ad esso e con la certezza che un uomo che vuole considerare se stesso in sintonia con la natura non può non riconoscerlo.

Un buon solstizio a tutti!

www.azionetradizionale.com
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21 novembre 2022

21 novembre '43 | Bombardamento americano sull'infrastruttura civile di Civitavecchia


21 novembre 1943 alle ore 12:50 una formazione di quadrimotori americani riversarono un centinaia di bombe su Civitavecchia, già gravemente colpita dalla serie di bombardamenti iniziati a partire dal 14 maggio dello stesso anno. Colpita la zona del porto, il centro della città e parzialmente la periferia.

Vengono registrati gravi danni a:

  • abitazioni civili
  • Forte Michelangelo (nella foto)
  • ex sede della Pretura
  • sede del Comune (la Rocca)
  • Caserma della Guardia di Finanza
  • Genio Civile
  • Ufficio delle Imposte dirette
  • Ufficio del Registro.
Fonte: Ufficio comunale biblioteca - Archivio storico

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21 ottobre 2022

Dirigibili in volo su Civitavecchia

Civitavecchia è stata sorvolata almeno due volte dai dirigibili. Su alcune cartoline compaiono questi aeromobili che secondo alcuni sono fotomontaggi, ma storicamente risultano almeno due sorvoli e proprio nello stesso periodo in cui furono scattate le foto di quelle cartoline. Il  20 ottobre 1909 il tenente di vascello Guido Scelsi compie un volo col dirigibile 1Bis, da Bracciano all'isola del Giglio, sorvolando la città,  e un'altra volta, il 4 marzo 1913 con il dirigibile P5 effettua varie evoluzioni su Civitavecchia  per poi  tornare a Bracciano sorvolando Santa Marinella e atterrando a Vigna di Valle. Nella foto, in basso, una delle foto del porto di Civitavecchia scattate [probabilmente, ndr] da un dirigibile, non so dire se è stato uno di questi due,  ma dalle caratteristiche del porto l'epoca è proprio quella. Nella foto di seguito il tenente di vascello, Guido Scelsi.

Francesco Etna



Foto scattata dal dirigibile, 1931. Sulla verticale circa di via Benci e Gatti spalle a S. Marinella.


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18 ottobre 2022

Ricostruzione della Fontana di Urbano VIII in piazza Calamatta


Dalla serie Civitavecchia scomparsa. Ricostruzione rielaborata della fontana di Urbano VIII che si trovava in piazza Calamatta (antica Piazza d'Arme). La fontana fu commissionata e fatta costruire nel 1632 da papa Urbano VIII esattamente alle spalle di quella costruita da Sisto V, che era posta al termine di un acquedotto, per renderla così visibile e accessible anche dal grande spazio di piazza d'Arme. L'immagine mostra come poteva apparire, se fosse ancora esistente, nello stesso luogo dove fu abbattuta, non molto tempo dopo la sua edificazione. Se pensate di fare un accostamento con le moderne fontane di Civitavecchia disegnate dagli architetti senza pensare alle incurie di chi avrebbe dovuto mantenerle efficienti vi sbagliate. La fontana bifronte fu abbattuta per l'esurimento della fonte che l'alimentava ma anche perché dopo l'abbattimento delle vecchie mura quattrocentesche in cui era inglobata veniva a trovarsi di traverso isolata proprio dentro piazza d'Arme. L'elaborato non è frutto della mia fantasia ma è stato possibile attingendo alle ricerche dell'arch. Francesco Correnti che ha individuato in una riproduzione il reale aspetto della fontana di Urbano VIII prima che venisse abbattuta. Rif. F.Correnti pag. 43-46 del testo "Chomo lo papa uole" 2° volume.

Francesco Etna

Schizzi delle fontane di Sisto V e Urbano VIII incorporate nelle mura quattrocentesche.
Francesco Correnti



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29 settembre 2022

29 settembre 1779 - Principio del culto dell'Arcangelo Michele a Civitavecchia

Cappella di San Michele - Chiesa di Santa Maria dell'Orazione

Il 29 settembre 1779 un fulmine incendia la polveriera all'interno del Forte Michelangelo, facendola esplodere. Per fortuna non vi fu nessuna vittima, due militari di guardia rimasero illesi ed una donna , travolta dalle macerie, fu estratta viva. Un lato della fortezza fu gravemente danneggiato, i locali intorno alla polveriera demoliti, tanto che i danni, stimati dall'architetto Navone, ammontarono a settantamila scudi. In città, ci narra l'Annovazzi, tutti i vetri delle finestre andarono in mille pezzi e numerose abitazioni furono danneggiate dalla pioggia di detriti generata dalla terrificante esplosione.

I Civitavecchiesi, grati per l'assenza di vittime a San Michele Arcangelo, che proprio il 29 settembre si festeggia, vollero che "con culto speciale si onorasse ogni anno l'invitto Arcangelo a perpetuarne la grata memoria, e stabilì una devota processione da farsi nel giorno stesso 29 settembre, nella quale con pie preghiere si recasse la statua del principe degli Angeli per la città fin dentro la Fortezza."

ALMANACCO STORICO CIVITAVECCHIESE via L'OSTERIA DELLA MEMORIA - SOCIETÀ STORICA CIVITAVECCHIESE

Dalla Storia di Civitavecchia dell'Annovazzi

e dal settimo bollettino della S. S. C. "La Fortezza"

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18 settembre 2022

18 settembre - Nasceva l'Optimus Princeps, il fondatore di Civitavecchia

Nasceva oggi 18 Settembre, dell'anno 53 d. C. a Italica, nella penisola iberica, Marcus Ulpius Nerva Traianus, noto come l'imperatore Traiano, colui a cui si deve la fondazione di Civitavecchia.

Valente militare e popolare comandante, venne adottato da Nerva nel 96, succedendogli due anni dopo. Sotto il suo comando supremo l'Impero romano raggiunse la sua massima estensione territoriale. Esaltato già dai contemporanei e dagli storici antichi come Optimus princeps, da molti storici moderni ed esperti è considerato, in virtù del suo operato e delle sue grandi capacità come comandante, amministratore e politico come uno degli statisti più completi e parsimoniosi della storia, e uno dei migliori imperatori romani.

Eutropio racconta che per il resto della storia dell'Impero romano e per buona parte di quella dell'Impero bizantino, ogni nuovo Imperatore dopo Traiano veniva salutato dal Senato con l'augurio: possa tu essere più fortunato di Augusto e migliore di Traiano (Felicior Augusto, melior Traiano). In epoca medievale, si diffuse la leggenda secondo la quale papa Gregorio I, colpito dalla bontà dell'Imperatore, avrebbe ottenuto da Dio la resurrezione di lui per il tempo necessario ad impartirgli il battesimo. Dante riporta questa leggenda nella Divina Commedia, ponendo Traiano in Paradiso, nel Cielo di Giove, e precisamente fra i sei spiriti giusti che formano l'occhio della mistica aquila.

Per volontà dell'imperatore Traiano si deve, come avevamo accennato, la fondazione, con il nome originario di Centumcellae, della città di Civitavecchia.  Grazie al bottino di guerra della campagna di Dacia, infatti, Traiano decise di dotare Roma di un nuovo porto, al posto di quello di Ostia il quale era troppo esposto alle insidie del mare, incaricando della sua costruzione il più grande architetto di allora, Apollodoro di Damasco.

Oggigiorno Civitavecchia a malapena ricorda chi fosse Traiano, avendoli dedicato appena una statua collocata in mezza a una rotonda quale spartitraffico nel porto, mentre l'anniversario, inutile dirlo, è passato del tutto inosservato.

Traiano rappresenta per Civitavecchia un legame diretto con quelle che sono le radici romane ma anche un elemento di comunione con la numerosa comunità romena residente in città. 

Purtroppo le Amministrazioni, non senza la complicità di una parte della cittadinanza, preferiscono, piuttosto che portare gli omaggi all'Imperatore romano fondatore della città,  posizionare statue dedicate a chi questa città l'ha bombardata e rasa al suolo. 

Oggi desideriamo ricordare, pertanto, l'anniversario della nascita dell'Imperatore Traiano, ponte tra l'attuale città e la gloriosa tradizione di Roma. 
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13 settembre 2022

Civitavecchia - Storie private dei bombardamenti anglo-americani 3 | La storia di Angelo Capparella | Rubrica a cura di Sara Sansone

Quel giorno io e uno dei figli dei Molinari stavamo giocando nel cortile di casa con delle biglie ricavate dal tappo della gassosa. Ad un certo punto non ho più visto la biglia rotolare e sono stato avvolto da una nuvola di detriti e polvere. Marcello Molinari ci salvò appena in tempo tirandoci via dalle spalle.

Era una mattina normalissima quella che sarà indelebile nella mente di Angelo Capparella, che all’epoca dei fatti aveva solo 4 anni. Oggi è un uomo sposato, un padre ed è vicepresidente di un’associazione.

Angelo ci ha raccontato che ormai la popolazione civitavecchiese era abituata al passaggio degli aerei che affollavano i cieli dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Ma quella mattina fu tutto diverso. Gli aerei sbucarono da mare e iniziarono a bombardare le case e gli edifici pubblici.

Appena fui abbastanza distante dalla nuvola e potei guardare verso casa mia la scena fu impressionante. Una bomba grandissima, alta almeno due metri, era passata attraverso il tetto, portando giù la tromba delle scale. Era in piedi, conficcata nel terreno. Inesplosa.”

Il racconto di Angelo è lucido nonostante la giovanissima età. La sua famiglia ... continua a leggere


Fonte: orticaweb.it

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7 settembre 2022

79° anniversario del bombardamento e della strage di civili a Santa Marinella il 7 settembre 1943


Il 7 Settembre 2022 ricorre il settantanovesimo anniversario del bombardamento su Santa Marinella e della inutile strage di civili che ne derivò, le vittime di quel vile atto terroristico furono undici. A quasi 80 anni da quel tragico evento, senza alcuna valenza di tipo militare, mai nessuno si sia sentito in dovere di custodirne la memoria. In tutto questo tempo, a quei cittadini, non è mai stato dedicato un appuntamento, una ricerca, una lapide o una semplice considerazione. Dalle parole trasmesseci da un anziano residente, siamo riusciti ad individuare alcune informazioni cruciali che però nella ricerca documentaria non hanno dato molti frutti, se non uno.  

Nella notte tra il 7 e l’8 settembre del 1943 (ancor più grave per il fatto che l’Armistizio era già stato firmato e quindi l’atto fu doppiamente criminale) nel quale, attraverso un articolo pubblicato il 9 settembre dal Corriere della Sera, viene riportata una sommaria ricostruzione del tragico evento. Il trafiletto, ci racconta di un attacco aereo della RAF che – dopo essersi diretto verso l’alto Lazio, al ritorno per liberarsi dei residui del carico di morte, pensò di seminare terrore, morte e dolore nella nostra cittadina. 

Una manciata di minuti che sconvolsero gli abitanti, tanto più che le esplosioni durarono per tutta la notte perché, oltre a un missile a “torpedo”, gli altri ordigni erano di uno speciale tipo ad effetto ritardato che esplodevano di ora in ora, provocando ulteriori danni e terrore. Il luogo colpito fu quello intorno alla ex scuola elementare Pirgus. Undici le vittime tra cui, evidenziava il quotidiano, la moglie del famoso attore romano Riento e di una levatrice di Civitavecchia, probabilmente sfollata a Santa Marinella a causa dei devastanti bombardamenti che colpivano la città portuale dal Maggio del 1943. 

Nell’ultimo anno ci hanno raggiunto le seguenti notizie. 

La signora Adriana Marzola ci segnala che tra le vittime c’era anche un povero pastore abruzzese, di San Nicola di Tornimparte, provincia dell’Aquila. Aveva portato il suo gregge a pascolare nella maremma laziale (a testimonianza del fatto che i tratturi non portavano solo in Puglia) . Morirono con lui anche le sue pecore. Il suo nome era Enrico Milani. La signora Cinzia Cavolina ci ha scritto: sono rimasta molto colpita dall’articolo perché sotto quel bombardamento perse la vita mio nonno Stefano Cavolina e furono feriti mio padre bambino e le mie zie nella proprietà di un loro amico di famiglia il sig. Virgilio Riento che perse la moglie. La sera del 7 Settembre dello scorso anno abbiamo avuto modo di incontrare una nipote del noto attore Virgilio Riento e ci ha comunicato il nome della moglie. La signora, vittima del bombardamento, si chiamava Irma Pulcinelli ed è stata ricordata come gentilissima e premurosa nei confronti dei tanti cittadini che vivevano intorno alla villa.

Facciamo appello a coloro che si occupano della storia cittadina e in particolar modo alla Società Storica di Santa Marinella. Facciamo appello inoltre ai cittadini, agli studenti, alla biblioteca civica ed ovviamente agli amministratori ed in particolare modo all’Assessore alla pubblica istruzione affinché si avvii un virtuoso processo di ricerca, confronto e costruzione di un luogo della memoria per queste vittime innocenti. Riteniamo doveroso infatti, dare seguito alla custodia della memoria in tutte le modalità possibili. 

Con l’approssimarsi della data dell’anniversario, diamo appuntamento a tutti coloro che sono interessati a questa vicenda, Mercoledì 7 settembre alle ore 19,00 in prossimità della Anagrafe comunale sul lungomare Guglielmo Marconi. Ci soffermeremo per commemorare le vittime del bombardamento. 


Il direttivo del Centro Studi Aurhelio

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30 agosto 2022

30 agosto '43 | Proiezione in piazza per ricordare il secondo bombardamento su Civitavecchia

Oggi, Martedi 30 Agosto 2022, per ricordare  il 79° anniversario del secondo bombardamento su Civitavecchia avvenuto il 30 Agosto 1943, l'ottavo appuntamento con  "La Memoria Ritrovata-Viaggio alla scoperta della Storia di Civitavecchia" presenta il  documentario "14 Maggio 1943-La Memoria Ritrovata" realizzato nel 2018 da Roberta Galletta per ricordare non solo il primo bombardamento subito dalla nostra comunità  ma l'evento traumatico ed iconico che ne è scaturito e come ha condizionato la vita dei civitavecchiesi.

Attraverso le parole di quattro testimoni, all'epoca bambini, Marisa Paoloni, Nadia Branchi, Rossana Giudici e Renato Biferali, verrà raccontata la bellezza di Civitavecchia prima di quel fatto tragico e le difficoltà di ritrovare un senso per  sopravvivere all'evento che ha cambiato per sempre il volto di Civitavecchia.

La partecipazione è libera💪

Appuntamento alle ore 21.00 a Via Monte Grappa🕰️

Porta la seggiolina🪑

Nella foto la chiesa Matrice Templare di Santa Maria di Civitavecchia solo parzialmente danneggiata dai bombardamenti del 1943-44,poi definitivamente distrutta dalla ricostruzione-distruzione della città nel dopoguerra.


Roberta Galletta

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25 agosto 2022

Italo Stegher, anniversario del sacrificio sul fronte austriaco


Il 25 agosto del 1917 moriva sul fronte austriaco durante la Prima Guerra Mondiale il giovane ufficiale, nato a Civitavecchia, Italo Stegher. A soli 23 anni era già stato nominato Capitano di fanteria, comandante della 7ª compagnia del 208º Reggimento (Brigata "Taro") partecipando alle operazioni militari sul Monte Rosso, sull'Isonzo ma anche a Zugna in Trentino dove ricevette la medaglia d'argento per aver mantenuto la posizione pur essendo stato ferito. Nominato comandante di battaglione tornò sull'Isonzo dove, a Lom di Tolmino, dopo l'offensiva del 24 agosto 1917, fu catturato dagli Austriaci, in una imboscata a quota 549, preferendo però alla prigionia la morte. Alla sua memoria fu decretata la Medaglia d'Oro al Valor Militare.

A distanza di anni, Italo Stegher rimane nella memoria come un eroe, un coraggioso giovane che lottò per il suo Paese, modello da additare e perseguire, soprattutto per i suoi coetanei NEET di oggi che, più che una gioventù bruciata ci piace vederla come una gioventù da riaccendere mediante degli esempi veri, quali Italo Stegher per l'appunto, che gli sottragga al disorientamento e allo stordimento da gadget vari e attività superflue dello stile di vita moderno.

La città di Civitavecchia, sua città natale, fin dal 1932 gli ha intestato un Largo, una via e una Caserma, oggi adibita a teatro e sede di associazioni. La Caserma in questione, bellissimo esempio di architettura interbellica, giace oggi in condizioni molto precarie tanto che, dopo esser scampata a chi la voleva rasa al suolo è stata oggetto di un'ordinanza da parte del sindaco per il suo recupero. Ciononostante anche questo monumento, come tanti altri a Civitavecchia, oltre a non rappresentare un centro di convivialità per la cittadinanza, eccezione fatta per le poche attività svolte al suo interno, si vede sequestrato da un mega parcheggio tutto intorno.

In occasione dell'anniversario della morte di Italo Stegher, oltre a ricordarne il nome e l'esempio, auspichiamo un risveglio da parte della cittadinanza e dell'amministrazione al fine di onorare i propri Eroi per il loro sacrificio così come meritano.

Comitato 14 Maggio

Caserma Stegher





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15 agosto 2022

15 agosto | Natale di Civitavecchia


di Roberta Galletta 

L'origine é legata ad una sovrapposizione di storia, mito e leggenda. La storia ci testimonia che Civitavecchia nasce dalla città romana di Centumcellae fondata dall'imperatore Traiano nel II secolo d.C. Il porto e la città crescono e si sviluppano nel tempo e solo in seguito agli attacchi dei saraceni nel IX secolo che viene  distrutta  provocando la fuga degli abitanti nelle colline circostanti.

Dopo pochi anni dall'abbandono della città portuale papa Leone IV fonda, per  dare asilo ai profughi ma soprattutto per costruire un baluardo per Roma contro la minaccia saracena, una città fortificata che viene chiamata Leopoli in suo onore e anche Centumcellae in ricordo della vecchia città portuale. La nuova città é consacrata il 15 agosto 854 , data che si riferisce non alla fondazione della attuale Civitavecchia ma a quella della  collinare Centumcellae, poi  chiamata nel tempo Centocelle e poi Cencelle che vive fino al 1400 iniziando a spopolarsi intorno all'anno 1000 con un lento e graduale rientro alla  città vecchia portuale. Così nasce Civitavecchia, mentre Cencelle continua la sua vita collinare.

A questo punto entra in scena il mito di Leandro, vecchio e saggio pescatore profugo dalla romana Centumcellae che, secondo la leggenda   in un caldo pomeriggio d'estate  all'ombra di una grande quercia a Cencelle da alla popolazione li riunita l'ottimo consiglio di rientrare alla città vecchia, seguendo il legame antico con il mare, facendo nascere così Civitavecchia e abbandonando definitivamente Cencelle.

Dopo oltre mille anni, nel 1889 viene ripresa la leggenda del pescatore sostenendo che il rientro da Cencelle avviene in massa il 15 agosto dell' 889. La scelta di questo anno é ovviamente funzionale alla  celebrazione del millenario della presunta fondazione di Civitavecchia, che viene celebrata nell' estate del 1889. 

Solo la caparbietà e la tenacia del compianto  Odoardo Toti, che studiando attentamente i documenti delle due città, ha scoperto "l'inghippo" storico, permettendo così  negli anni 60 del XX secolo di fare luce su questo intreccio affascinante di storia, mito e leggenda.

Nelle immagini il vero fondatore della nostra città, l’imperatore Traiano, impersonato da Marco Sterpa, e Odoardo Toti che ha fatto chiarezza tra la leggenda e la storia.




Imperatore Traiano

Cencelle


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13 agosto 2022

Le antiche torri a difesa della costa di Civitavecchia


Nella stampa di cui sopra, risalente al 1624, sono osservabili le dislocazioni delle torri a difesa del litorale tirrenico settentrionale dello Stato Pontificio. In particolare, per quel che riguarda la costa intorno a Civitavecchia, essa fu presidiata da 4 torri: la Torre Bertalda (o Sant'Agostino), la Torre Valdaliga, la Torre del Marangone e infine la Torre Chiaruccia o Capolinaro. Queste facevano parte di una serie di ben 61 torri costiere del Lazio, costruite durante il XVI secolo per volontà dalla Camera Apostolica al fine di proteggere le coste dalle incursioni piratesche e nemiche, soprattutto saracene. Di seguito i disegni e le foto delle torri collocate intorno a Civitavecchia.


Il nome della Torre Bertalda sarebbe legato ad alcuni nobili della Tuscia che dominavano il territorio fin dal Medioevo.  La torre, oggi scomparsa, si trovava alla foce del Mignone


Torre Chiaruccia
Torre Chiaruccia a Capo Linaro è il punto più occidentale del Lazio, nel 1642, col venir meno delle scorrerie saracene e di conseguenza delle funzioni di difesa della torre, vide l'insediamento del frate Domenico Zamponi, alla ricerca di un luogo per i suoi studi. Sempre qui, negli anni '30, Guglielmo Marconi portò a termine i suoi esperimenti nell'ambito delle radiotrasmissioni. La torre, che oggi si trova nel territorio di Santa Marinella, venne distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale e attualmente ospita le antenne di trasmissione dell'aeronautica militare. Voci parlano di una sua prossima ricostruzione. 


Torre Valdaliga
Questa cerchiata in rosso nella foto è Torre Valdaliga, che oggi ha dato il nome all'omonima centrale termoelettrica di Torvaldaliga per l'appunto. La costruzione dell'antica torre di difesa vide impegnato niente poco di meno che il grande architetto Donato Bramante. La torre può vantare di aver adempiuto diligentemente alla sua funzione  respingendo con successo l’assalto del pirata Khair Ed-Din, detto il Barbarossa.

Torre del Marangone
Infine, la torre del Marangone, la più nota e la meglio conservata tra quelle del litorale civitavecchiese, si trova attualmente nella c.d. tenuta della Repubblica dei Ragazzi. Questa risale al periodo di papa Pio V che ne ordinò la costruzione con la Costitutio de aedifi candis turribus in oris maritimis datata 9 maggio 1567.

Fonti: Collezione Angelo Di Maio; Claudia Tiselli; L'Osteria della Memoria Civitavecchiese; Movimento Archeoetruria
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8 agosto 2022

8 agosto | Anniversario del passaggio ultraterreno dell'Imperatore Traiano

 

Per secoli ad ogni nuovo imperatore romano asceso al trono si è augurato di essere più fortunato di Augusto e migliore di Traiano.

Questa formula aveva un significato ben preciso.

Augusto, fondatore del principato, ottenne nella vita pubblica tanti successi quanti furono i lutti e i dolori nel privato: dalla morte prematura dei nipoti ed eredi Lucio e Gaio a quella del braccio destro, poi genero Agrippa, fino all’esilio della figlia Giulia.

Quanto a Traiano, invece, fu lui a portare l’Impero allo zenit della gloria, lasciandolo alla sua scomparsa, l’8 agosto del 117 d.C., nel momento della massima espansione territoriale.

Egli costruì la sua figura di optimus princeps quale esempio vivente di giustizia, saggezza e magnanimità e, a testimonianza di ciò, nel XX Canto del Paradiso Dante lo colloca tra gli spiriti giusti che formano l’occhio della mistica aquila nel cielo di Giove.

Trionfatore in battaglia contro i Germani, i Daci e i Parti, fu per questo onorato altresì con gli appellativi di “Germanicus, Dacicus, Parthicus”.

In particolare, a conclusione della vittoriosa campagna in Oriente, l’Armenia fu ridotta a provincia romana nel 114, Mesopotamia superiore e Assiria conquistate l’anno successivo e la capitale nemica, Ctesifonte, occupata dalle legioni.

Il trono dorato dei sovrani parti fu asportato per ordine di Traiano stesso, simboleggiando in tal guisa la sottomissione della dinastia degli Arsacidi al dominio di Roma.

Fonte: “L’Impero romano - Vol. 1” di S. Mazzarino, Biblioteca Storica Laterza

Jacopo Bracciale, RenovatioImperii

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7 agosto 2022

Appuntamenti in piazza con la storia di Civitavecchia | dal 9 agosto all'8 settembre

Da Martedì 9 Agosto 2022, nel luogo simbolo della Storia di Civitavecchia, a Piazzetta Santa Maria,  dieci incontri per conoscere in modo semplice, con immagini e filmati  d'epoca, il passato della nostra città in alcuni luoghi simbolo e con tanti personaggi.

A proporre gli incontri è Roberta Galletta con "La Memoria Ritrovata-Viaggio alla scoperta della Storia di Civitavecchia".

Prima serata dedicata a "La Prima Strada, la Chiesa Templare di Santa Maria e il Convento dei Domenicani". 

Di seguito la locandina degli incontri programmati.

Informazioni: 3472709089



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6 agosto 2022

1° Festival naturalistico ConTatto | 6-15 agosto


 Sabato 6 agosto alle 18,30 avrà inizio il primo Festival naturalistico organizzato dall’ associazione culturale naturalistica BIOMA, con il patrocinio del Comune di Civitavecchia, all’interno della suggestiva antica Rocca resa disponibile dell’Autorità di Sistema del Mar Tirreno Centro Settentrionale.

Il festival, innovativo nel ‘offerta culturale della città, nasce con l’idea di promuovere la grande ricchezza della Biodiversità del Porto e della Città di Civitavecchia e più in generale. L’affascinante mondo della natura attraverso l ‘esposizione di materiale naturalistico, opere artistiche “Entomologia fantastica” e uccelli, mostra fotografica di orchidee selvatiche e altro materiale curato dai soci. Ringraziamo il Sindaco Avv. Ernesto Tedesco, il Consigliere Comunale Pasquale Marino, il Presidente della Autorità Portuale Pino Musolino e Claudio Tossio

All’interno del Festival si svolgeranno incontri divulgativi e laboratori didattici per bambini (su prenotazione al cel. 340 404 6439)

Orari e giorni di Ingresso da sabato 06 al lunedì 15 Agosto dalle ore 18:30 alle 23:00

Ingresso libero.

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3 agosto 2022

Torre campanaria di San Giulio | Storia e architettura dell'antica chiesa templare


Il campanile dell'antica chiesa di San Giulio racchiude una storia tanto particolare per quanto la sua ubicazione ed esistenza è sconosciuta ai più. Di seguito la sua storia, la riproduzione grafica.

L’ Età dei Comuni ebbe come conseguenza la grande rinascita della vita sociale ed economica della Tuscia tra l’ XI e il XIII sec. d.C. Questo comportò un capillare rinnovamento dell'architettura religiosa e ancor oggi tangibili per il gran numero di chiese che hanno conservato i loro originari caratteri romanici. Civitavecchia che anticamente apparteneva alla Tuscia romana non potè che risentire di tale influenza ed infatti ne è ancora testimonianza un’antica torre campanaria . Si tratta dei resti visibili della chiesa di San Giulio appartenuta all’ Ordine Templare e confiscata ai medesimi nel 1309 d.C. e da un documento del 1356 d.C. sappiamo che l’edificio era già un rudere. Nel XV sec. risulta sotto il controllo dell’ Ordine di San Giovanni di Gerusalemme (diventato poi Ordine dei cavalieri di Malta), ma. Dal XVI sec. fino a tutto il XVIII sec. la chiesa sarà chiamata di Sant’ Egidio Vecchio e dal Novecento muterà ancora il suo nome in San Giovanni alle terme (probabilmente per distinguerla dalla chiesa di San Giovanni Battista in Civitavecchia, fondata sempre dall’ Ordine dei cavalieri maltesi nel 1653 d.C. Nel campo degli studi fatti sulla chiesa sono da ricordare i due saggi di scavo archeologico eseguiti da Salvatore Bastianelli nel 1913 e da Odoardo Toti nel 1954 (in tale occasione la torre fu restaurata dall’ associazione Centumcellae) e lo studio recente di Enzo Valentini pubblicato nel 2008 (I templari a Civitavecchia). Le peculiarità architettoniche del campanile, come le finestre strombate e gli archetti pensili (a puro scopo decorativo), appartengono al romanico toscano del XI-XII sec. d.C. Ma dagli scavi fatti sono interessanti alcuni plutei che presentano decorazioni come il “nodo intrecciato” e il “triskele” che si rifanno al VII - IX sec. d.C., testimonianza di una prima chiesa ancora più antica, forse quella dove viveva il presbitero Giovanni, della diocesi centumcellese, citato nei “Dialoghi” di papa San Gregorio Magno (ca. 540 -604 d.C) per un miracolo fatto alle terme Taurine o alla Ficoncella. Ma la storia non finisce con questo racconto, perché il “triskele” e l’”intreccio” è un ornamento celtico assimilato nella chiesa cattolica irlandese da San Patrizio nel V sec. d.C. e sono la testimonianza del monachesimo irlandese accorso in aiuto della Chiesa di Roma in Tuscia per cristianizzare i Goti e i nuovi conquistatori Longobardi (San Colombano, San Frediano, Sant’ Andrea Scoto, San Donato e St. Sillan erano monaci irlandesi che fondarono o rifondarono città come Bobbio, Lucca e Fiesole). Nel X sec. d.C. questi monaci saranno sparsi in tutta la penisola, diffondendo le loro abbazie e la loro arte . Sovente saranno indicati con il loro nome originario di Scoti (da cui Scozia) e da qui deriverà l’antico cognome italiano degli Scotti (presente nel nostro territorio).

di Glauco Stracci


Di seguito una riproduzione della Chiesa di San Giulio ai tempi del pellegrinaggi sulla Via Francigena, a cura di Francesco Etna.


Un fantastico video del campanile della chiesa templare di San Giulio (Sant'Egidio) di Civitavecchia, grazie al drone di Stefano Costantini.

Chi fosse interessato alla storia del campanile e della chiesa templare di San Giulio (poi di Sant'Egidio) può leggere un articolo scritto a sei mani da Francesco Correnti, Roberta Galletta e da Enzo Valentini, pubblicato sulla rivista "Lazio Ieri e Oggi" (Edilazio, 2019).

La rivista è in vendita presso la "Macchina del Tempo", via Piave 1, a Civitavecchia.




via Movimento Archeotruria e San Giulio da salvare

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21 luglio 2022

Le antiche porte di Civitavecchia


Una dettagliata e affascinante mappa di Civitavecchia così come era prima del 14 maggio 1943 ci consente di conoscere più affondo l'antica configurazione della città.  In particolare, diversi sono gli elementi architettonici, che a causa dei bombardamenti anglo-americani e più tardi per una ricostruzione poco premurosa del dopoguerra, sono andati persi e che ai più non consente di cogliere quello che fu il vecchio impianto urbanistico. Nella cartina di  cui sopra sono distinguibili diverse epoche durante le quali la città si andò ad espandere: il trapezio della muraglia medievale, le fortificazioni a stella realizzate dal Sangallo nel 1500, le mura del ghetto, così come tutta una serie di edifici pubblici, religiosi e costruzioni di difesa. Tra quest'ulime si annoverano le antiche porte d'ingresso alla città per chi veniva via terra o via mare. Le porte della città comprendevano la Porta Livorno, ricostruita negli anni 2000 nella calata Principe Tommaso, Porta Romana nuova, oggi all'altezza grosso modo di Largo Plebiscito, Porta Marina, nella darsena romana e, Porta Corneto, corrispondente all'attuale rotonda dei pompieri andando verso Tarquinia. Infine, meno noto è il punto di accesso da nord-ovest all'antica città medievale, ovvero Porta Taurinaquella che portava anche verso la chiesa e il campanile di San Giulio - Sant'Egidio, l'attuale archetto di piazza Saffi insomma. 


Porta Corneto

Porta Livorno

Porta Romana nuova

Porta Marina


Porta Taurina


Fonte tavole: "Le "vedute" di Arnaldo Massarelli, Sara Fresi
Fote cartina: Bar Barbagia
Fonte riproduzione Porta Taurina: Francesco Correnti
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12 luglio 2022

Prof. Mario Polia I Riti agrari, saggezza millenaria e cultura contadina


Le organizzazioni che aderiscono al progetto Territorio & Comunità, contribuiscono concretamente alla rivitalizzazione dei territori del centro Italia, colpiti dal terremoto del 2016. Solidarietà concreta ed efficace.



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Il costo opportunità della Statua del marinaio americano | Roberta Galletta

 

Ho fatto due conti pensando a cosa poter fare con 35.000 se fossi stata io a decidere  per la nostra citta e ho visto questo:

- Fondo economico straordinario per i Servizi Sociali per interventi immediati per famiglie disagiate con problemi di disabilità

- Asfaltatura via del Bricchetto parte iniziale e sistemazione delle voragini  più pericolose presenti in città

- Piantumazione di alberi in zone cittadine dove batte il sole 24 ore al giorno

- Rifacimento strada e due ponti nella Valle della Fiumaretta

- Pulizia dei marciapiedi della  Zona Industriale e creazione di una  pista ciclabile in quel tratto 

- Ripristino della unica pista ciclabile presente  in città a Viale Guido Baccelli con posizionamento  di dissuasori contro il parcheggio selvaggio delle auto

- Acquisto di 700 cestini ( 50.00  cadauno) per il centro e le periferie

- Apertura Galleria  Luigi Calamatta con 130 stampe da incisione del più grande artista del settore al mondo, nostro concittadino

- Interventi di ripulitura delle scritte sulla Casa Comunale  e su  altre strutture pubbliche e  di interesse storico

- Restauro busti uomini illustri e e parte dell'Emiciclo del Cimitero Monumentale con aflaltatura dei vialetti  e sgrosso delle erbacce  e posizionamento  cartellonistica cimiteri comunali

- Messa in sicurezza e ripulitura Monumento ai Caduti e messa in sicurezza della antica e unica struttura superstite delle Casermette  per salvare i preziosi  dipinti dei primi del Novecento

Nonostante il mio amore per le Cenerentole di Civitavecchia, Storia Cultura,  ho privilegiato per le vere  priorità della nostra Citta`. 

Magari vinco al Lotto  e  poi le faccio davvero io queste cose.

Ma basterebbe  solo amarla, Civitavecchia, e sarebbe davvero tutto più semplice.

E la qualità delle nostre  vite forse sarebbe migliore da quella di selfarsi  sotto la gonna dell'infermiera della statua del bacio.


Roberta Galletta

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7 luglio 2022

Comuicato stampa per diritto di replica: Rifiutiamo la “resa incondizionata” al kitsch


A seguito dell’articolo con il titolo <<Statua del Bacio, Anpi: “Non rappresenta un “omaggio” a chi ha distrutto Civitavecchia>> uscito su TRC Giornale il 04 luglio 2022 e firmato ANPI - in cui viene chiamato in causa il Comitato 14 Maggio e per il quale si chiede il diritto di replica - dichiariamo quanto segue:

Nel denunciare l’inopportunità dell'installazione della sedicente “statua” pop-art, il Comitato non si è mai espresso in merito agli eventi bellici che hanno colpito la nostra città ma si è sempre limitato a far notare che, erigere sedicenti “statue” raffiguranti militari di Paesi che hanno bombardato a tappeto Civitavecchia - e sottolineiamo a tappeto - al di là di qualsivoglia ragione non può essere una scelta ispirata.

Oltretutto, il numero elevatissimo di bombardamenti, ben 87, in zone della città residenziali e ben lontane dalle infrastrutture portuali e ferroviarie, dimostrano come le incursioni aeree siano andate ben oltre l’intento di colpire obiettivi strategici.

Nella recente petizione <<Tuteliamo la memoria, il decoro e l'identità di Civitavecchia>> promossa dal Comitato non si sostiene da nessuna parte che l’accrocco di infima ispirazione pop-art, rappresenti un omaggio a qualcuno. Riteniamo, questo sì, che sia una scelta totalmente infelice, un kitsch senza un minimo di tatto per quanto riguarda la memoria della città e il decoro della zona circostante al luogo, dove la “statua” verrebbe re-installata. La sedicente opera, inoltre, solleva tra l’altro seri interrogativi di costi-benefici - come ben espresso nella lettera a riguardo di Roberta Galletta - considerando che è gravemente danneggiata e che verrebbe noleggiata ad un costo annuale superiore al suo valore di mercato.

Il direttivo del Comitato 14 Maggio


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Comunicato stampa per diritto di replica: La statua pop-art, alibi per la caccia alle streghe



Siamo costretti a replicare ad articoli usciti sulla stampa locale di commentatori che, chiamando in causa il Comitato 14 Maggio, mancano completamente il senso della nostra petizione <<Tuteliamo la memoria, il decoro e l’identità di Civitavecchia>> vagheggiando di discorsi inventati.

È il caso dell’articolo “Una farsa anti-amerikana” pubblicato su La Provincia il 3/07/2022 e firmato Fabio Angeloni in cui si tira in ballo niente di meno che la NATO e addirittura il Patto di Varsavia (!!), quest’ultimo oltretutto, ricordato in maniera allusiva, perché firmato proprio durante un 14 maggio!

Il commentatore riesce a paragonare con nonchalance anche eventi completamente sconnessi, per epoca e natura, come gli anniversari dell’Imperatore Traiano ed episodi dell’ultimo conflitto mondiale.

Dulcis in fundo, il poco simpatico commentatore si lancia in una descrizione struggente del bacio tra il marinaio statunitense e l’infermiera, protagonisti dell’accrocco pop-art denominato “resa incondizionata”, ignorando sicuramente che la donna aveva denunciato l’episodio in un’intervista come “un atto di violenza”, avvenuto contro la sua volontà.

In definitiva, il commentatore oltre all’apologia di un atto di violenza contro una donna - che condanniamo e che dovrebbe palesemente condannare anche Angeloni - ci offre l’opportunità di ribadire che la sedicente “statua” del marinaio statunitense rappresenta una raffigurazione kitsch che offende la memoria della città e deturpa il paesaggio del lungomare civitavecchiese. Esso, grazie al cielo, rimane ancora presidiato solennemente dalla Fortezza Giulia (Forte Michelangelo), orgoglio autentico di Civitavecchia.


Il direttivo del Comitato 14 Maggio

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4 luglio 2022

Roberta Galletta: I simboli, fondamenti dell’identità di una comunità e il danno erariale per le casse del Comune di Civitavecchia

Statua del Dio Nettuno, ipotesi di collocazione elaborata dal Francesco Etna

L’identità di una comunità si nutre  di simboli, di segni, di archetipi capaci di rimandare, all’istante, alla visione e a significati e significanti tali da essere identificabili dalla stessa comunità che li ha scelti e al tempo stesso in grado di distinguersi, come  insieme di persone, dalle altre comunità.

E’ questo il senso identitario nella scelta  dei simboli perché ogni città ha necessità di rendersi visibile  e riconoscibile ed è quindi di fondamentale importanza che scelga,  come propri, elementi identificativi con la sua storia, cultura e tradizioni, icone  riconoscibili e condivise, che possano essere capaci anche  di proteggere le proprie tradizioni e fortificarle, così da essere messe al servizio e a beneficio di tutti, anche del commercio e del turismo. 

Ed è proprio la dinamica comunità-identità-turismo che dovrebbe essere al centro del dibattito politico-culturale della nostra città. E non il dover prendere per forza in affitto una statua rovinata e malandata come la vecchia e danneggiata statua del bacio  che evidentemente nessuno vuole più perché passata di moda, non si capisce bene per quale nascosto motivo, spacciandola per la vera panacea del commercio locale. 

E’ il fulcro della nostra identità che manca alla nostra comunità, il senso di appartenenza, o meglio a chi governa Civitavecchia  e che dovrebbe porsi il problema, oggi per domani, perché  le scelte attuali ricadono  sui nostri figli e su chi verrà dopo di noi.

E anche la scelta di un simbolo da mettere alla Marina non può essere frutto di una pressione, di una scelta  superficiale di un simbolo che sia completamente scollegato  dalla storia della nostra città come lo è la statua del bacio, in una sorta di auto convincimento che sia davvero bella e che possa attrarre centinaia di turisti da ogni dove per vederla.

La scelta di un simbolo per Civitavecchia da collocare alla Marina dovrebbe tenere conto di due elementi fondamentali: il legame con la storia e le tradizioni civitavecchiesi, e la bellezza, di cui Civitavecchia ha davvero tanto bisogno. Solo questo basterebbe a trasformare  il simbolo in fulcro  di identità, con la particolarità di permettere a chiunque, anche e soprattutto ai turisti, di identificare la storia millenaria della nostra città  in un attimo  e di  collegarla  con i luoghi di interesse culturale, come i siti archeologici e i monumenti di cui è piena Civitavecchia.

In questo la Statua di Nettuno o quella dell'Imperatore Traiano potrebbero essere un potente e identitario simbolo della nostra città

Perché la simbologia conferisce valore a una comunità, diventa un elemento  culturale in grado di mantenere nel tempo l'identità di una città  capace di portare i suoi figli  ad un elevato grado di coscienza collettiva  ed essere percepito come un punto fermo in grado  di conservare e proteggere le propri radici, la propria  identità culturale.

È in questo modo che l’opera d’arte scelta per diventare il simbolo di una comunità si trasforma in  un’icona identitaria  capace non di strappare con il passato ma di raccoglierlo dagli armadi polverosi in cui è stato costretto per tanto tempo e dargli valore e spazio. Per essere fruito e usato da tutti per vivere meglio la comunità. Rafforzando la sua identità.

Ecco perché l'Amministrazione Comunale di Civitavecchia  commette un gravissimo errore nella miope ostinazione a voler a tutti i costi affittare la statua del bacio, quando la città ha ampiamente dimostrato di non volerla, spendendo più di quello che spenderebbe per acquistarla, 35.000 per  il suo l'affitto per solo un anno quando ne vale commercialmente  30.000 prefigurando  un danno erariale per le casse del Comune,  tra l'altro gravemente danneggiata, come dimostrano le immagini relative agli ultimi giorni di permanenza della stessa alla Marina, e scollegata con l'identità della nostra comunità, dimostrando di essere tesa a gestire una  sotto cultura legata  all'immagine vuota e  senza identità che produrrà ancor di più distanza tra la comunità che amministra e l'immenso patrimonio culturale che continua ad essere ignobilmente  lasciato  nell'erba alta e nel degrado più totale.

Se davvero volete far sentire la vista opinione firmate la raccolta firme che trovate nel link allegato che vuole invece dare valore ai simboli della Storia e della Cultura locale, come a creazione di un Museo del Mare, l'esposizione delle opere di Luigi Calamatta, la valorizzazione dei siti di Terme Taurine, Aquae Tauri e della Villa di Traiano, la rigenerazione di Largo San Francesco d’Assisi e di Piazzale degli Eroi o ancora, l’impiego della Realtà Virtuale e la digitalizzazione per far conoscere il patrimonio locale e stimolare l'economia nel rispetto comunque dell’identità della città come, per esempio, il progetto di promozione della figura dell’Imperatore Traiano o della collocazione di una statua all’Imperatore romano alla Marina.

Nelle immagini la statua del bacio, con un a evidente crepa a metà della sua altezza e la gloriosa statua del Dio Nettuno, in passato già presente in città come dimostra il recupero del suo  braccio all'interno della Darsena Romana  agli inizi del XIX secolo, in una ipotesi di collocazione elaborata da Francesco Etna. Questo il link per firmare la petizione: https://chng.it/fTxY49KsyY

Roberta Galletta







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2 luglio 2022

2 luglio 1860 | Inaugurazione della stazione ferroviaria di Civitavecchia

Secondo l'almanacco storico cittadino 162 anni fa veniva inaugurata la stazione ferroviaria. Osservando le foto stupisce la maestosità della struttura che nulla ha in comune con la stazione attuale ridimensionata e, rapportata ai tempi, sicuramente più funzionale che nel presente.

Il 2 luglio 1860 Pio IX inaugura la nuova stazione di Civitavecchia. Per la grande tettoia metallica a capriate vetrate della nuova stazione, si era ricorsi alla tecnologia francese: il grande manufatto era stato infatti realizzato nel 1858 dalle Officine di Le Creusot della Ditta Schneider & C.ie e trasportato in pezzi, per via fluviale, fino al porto laziale, dove venne poi assemblato.
Lunga 65 metri, larga 24,45, raggiungeva un’altezza massima di 12,735 dal piano interno dei binari: il suo peso complessivo, per la sola carpenteria metallica, raggiunse le 65 tonnellate.
Relativamente a questa stazione due furono i viaggi degni di nota che vi compì il pontefice a bordo del suo treno speciale, composto a quell’epoca anche dalle due recenti carrozze, la balconata e la cappella donategli dalla “Pio Centrale a Porta Portese” in occasione della visita effettuatavi il 5 luglio 1859;
il primo di tali viaggi avvenne in occasione dell’inaugurazione del nuovo fabbricato di stazione, il 2 luglio 1860, mentre il secondo fu compiuto il 7 ottobre 1861 e si esaurì nella stessa giornata (la partenza da Roma avvenne alle 8.30 ed il rientro fu alle 18.30).

Da Maurizio Panconesi, Le ferrovie di Pio IX, 2005.

Fonte: Almanacco storico civitavecchiese, a cura de L'Osteria della memoria - Societa Storica Civitavecchiese.





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Comitato 10 Febbraio

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Movimento per la Vita - Civitavecchia