La nuova statua del bacio ci rappresenta nella memoria e nell'identità

Il posizionamento della statua “Il bacio della memoria di un porto” restituisce finalmente alla città un po’ di bellezza, di bontà e di giustizia

Incontro con il Sindaco per intitolare una piazza alle vittime dei bombardamenti

Il Comitato 14 Maggio ha avanzato una richiesta scritta di intitolare il piazzale compreso tra via Mazzini e Via Gorizia alle vittime civili dei bombardamenti anglo-americani

Anniversario della nascita dell'Optimus Princeps, il fondatore di Civitavecchia

Ogni nuovo Imperatore dopo Traiano veniva salutato dal Senato con l'augurio: possa tu essere più fortunato di Augusto e migliore di Traiano (Felicior Augusto, melior Traiano)

Recensione della nostra visita presso la Macchina del Tempo Civitavecchia

E’ una calda sera di agosto quella che ci vede, insieme ad alcuni simpatizzanti, in visita presso la Macchina del Tempo, progetto inedito a cura di Roberta Galletta, divulgatrice storica

14 maggio, Anniversario dei bombardamenti anglo-americani su Civitavecchia

Il Comitato ha deposto un omaggio floreale presso il Monumento alle Vittime civili dei Bombardamenti, partecipando alla cerimonia ufficiale insieme alle autorità locali per ricordare quanti hanno perso la vita durante la 1° incursione aerea alleata.

22 febbraio 2018

4 marzo | Traiano, costruire l'Impero, creare l'Europa


4 marzo, nell'ambito delle iniziative organizzate dal GATC,

Traiano, costruire l'Impero, creare l'Europa
a cura di Magda Vuono

Visita alla mostra e al complesso
dei Mercati Traianei, Roma.
Appuntamento presso l'ingresso
dei Mercati di Traiano ore 10:00.
Contributo libero.
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19 febbraio 2018

Arsenale Bernini, un sacrificio ignominioso del secondo dopoguerra


Questo era l'arsenale del Bernini a Civitavecchia. Jean Grandjean, un pittore acquarellista olandese lo dipinse nel 1779. A quell'epoca, come si vede, l'arsenale, era già praticamente in disuso, preludio della sua fine un secolo e mezzo dopo, colpito in parte dai bombardamenti ma sacrificato ignominiosamente per costruire al suo posto la Capitaneria. Nell'immagine ho posto un galea dentro una navata, tratta dalla foto di un altro arsenale, quello di Barcellona. Certo non sarà stato distrutto dai bombardamenti ma in ogni caso hanno saputo valorizzarlo facendone un museo marittimo con all'interno alcuni modelli di navi.in scala reale. A quando un grande museo del mare a Civitavecchia magari ricostruendo l'arsenale sulla pianta originale?

Fonte: Francesco Etna

Nel 2016, in occasione della presentazione del piano di sviluppo del Porto di Civitavecchia, il Commissario dell'Autorità Portuale di Civitavecchia, Pasqualino Monti, ha rivelato che sarebbe in programma anche la ricostruzione dell'Arsenale Bernini, previa demolizione e ricostruzione altrove della Capitaneria di Porto.

 
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14 febbraio 2018

24 febbraio | Le antiche fortificazioni di Civitavecchia



Il 24 febbraio, presso il Castello di Santa Severa, 
nell'ambito della serie di conferenze organizzate dal GATC,

Le antiche fortificazioni di Civitavecchia
Perluigi Saladini

Museo Civico del Mare e della Navigazione Antica
Ore 17
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12 febbraio 2018

Civitavecchia pontificia, meta di pittori da ogni angolo d'Europa

Civitavecchia nel 1700 era meta di pittori francesi, fiamminghi, tedeschi e inglesi dove sostavano, in vicinanza di Roma, per trarre ispirazioni per le loro marine. Hackert, Lorrain, Manglard, La Croix, Marlow ne furono grandi esponenti. A sinistra una immagine in bianco e nero di un quadro conservato al Fogg Art Museum, Harvard University. A sinistra tra i pennoni dei velieri si intravede il forte Michelangelo a destra, in un altro un altro quadro di Manglard è evidente l'ispirazione tratta dal porto di Civitavecchia. In basso un particolare di un dipinto di J.C. Vernet, suo allievo di scuola pittorica, in cui si vedono quasi le stesse scene di persone che bivaccano sulle banchine.

Fonte: Francesco Etna
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1 febbraio 2018

Indiani Sioux, il giorno della memoria

Il 1 febbraio 1876 gli Stati Uniti dichiararono guerra ai Sioux che non volevano abbandonare i territori dov'era stato scoperto l'oro. E fu l'inizio del massacro di Wounded Knee.

Oggi cade l'anniversario di una dichiarazione di guerra troppo spesso ignorata o non considerata come tale. Il 1 febbraio 1876 il ministro degli Interni degli Stati Uniti d'America dichiarò guerra ai Sioux “ostili”, quelli cioè che non avevano accettato di trasferirsi nelle riserve, dopo che era stato scoperto l'oro nelle Black Hills, il cuore del territorio Lakota. Come si potevano traferire migliaia di uomini, donne e bambini dalla terra dov'erano nati, in una stagione dell'anno in cui il territorio era coperto di neve? Molti indiani pare neanche ricevettero l'ordine, in quanto impegnati nelle loro attività di caccia, lontano dalla propria residenza. 

Quella dichiarazione di guerra del 1 febbraio fu l'inizio del massacro degli Indiani d'America, che culminerà con l'eccidio di Wounded Knee, passato alla storia grazie a canzoni, libri e film. Sul finire del dicembre 1890, la tribù di Miniconjou guidata da Piede Grosso, appresa la notizia dell'assassinio di Toro Seduto, partì dall'accampamento sul torrente Cherry, sperando nella protezione di Nuvola Rossa. Il 28 dicembre furono intercettati dal Settimo Reggimento, che aveva l'ordine di condurli in un accampamento sul Wounded Knee: 120 uomini e 230 tra donne e bambini furono portati sulla riva del torrente, circondati da due squadroni di cavalleria e trucidati. “Seppellite il mio cuore a Wounded Knee” di Dee Brown è il libro (anche film) che ha commosso generazioni di persone e ispirato cantanti di tutte le generazioni e latitudini, fino a Fabrizio De Andrè che compose la canzone “Fiume Sand Creek”, Prince e Luciano Ligabue. Protagonista delle lotte indiane per 40 anni fu il Capo Nuvola Rossa (1822-1909) che si confrontò aspramente con l'agente governativo perché venisse rispettata l'autorità tradizionale dei capi indiani. Nel 1888 invitò i Gesuiti a creare una scuola per i bambini Lakota nella riserva indiana, una scelta necessaria per mantenere il legame degli Indiani con la loro terra. Pochi anni prima il governo aveva cercato di obbligare i bambini a frequentare una scuola “bianca” per essere “civilizzati” con risultati disastrosi per la cultura indiana. 

Nuvola Rossa andò a Washington più volte di ogni altro capo indiano e rimane il leader più rispettato del suo popolo, insieme ad Alce Nero, noto per la sua forte carica spirituale. Quest'ultimo aveva 13 anni nel 1876 ed era già impegnato nella causa, tanto che l'anno dopo andò a Londra per incontrare la Regina Elisabetta. Così racconta il massacro di Wounded Knee: «Brillava il sole in cielo. Ma quando i soldati abbandonarono il campo dopo il loro sporco lavoro, iniziò una forte nevicata. Nella notte arrivò anche il vento. Ci fu una tempesta e il freddo gelido penetrava nelle ossa. Quello che rimase fu un unico immenso cimitero di donne, bambini e neonati che non avevano fatto alcun male se non cercare di scappare via». 

I Sioux, che preferiscono chiamarsi Dakota o Lakota, sono la principale tribù degli Stati Uniti, con 25.000 membri. Ora vivono in riserve nei loro antichi territori. Continuare a raccontare la loro storia (pochi giorni fa è stata la Giornata della memoria) è un modo per non dimenticare di cosa è stato capace l'uomo nel corso della storia e fare in modo che episodi simili non si ripetano.

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