La nuova statua del bacio ci rappresenta nella memoria e nell'identità

Il posizionamento della statua “Il bacio della memoria di un porto” restituisce finalmente alla città un po’ di bellezza, di bontà e di giustizia

Incontro con il Sindaco per intitolare una piazza alle vittime dei bombardamenti

Il Comitato 14 Maggio ha avanzato una richiesta scritta di intitolare il piazzale compreso tra via Mazzini e Via Gorizia alle vittime civili dei bombardamenti anglo-americani

Anniversario della nascita dell'Optimus Princeps, il fondatore di Civitavecchia

Ogni nuovo Imperatore dopo Traiano veniva salutato dal Senato con l'augurio: possa tu essere più fortunato di Augusto e migliore di Traiano (Felicior Augusto, melior Traiano)

Recensione della nostra visita presso la Macchina del Tempo Civitavecchia

E’ una calda sera di agosto quella che ci vede, insieme ad alcuni simpatizzanti, in visita presso la Macchina del Tempo, progetto inedito a cura di Roberta Galletta, divulgatrice storica

14 maggio, Anniversario dei bombardamenti anglo-americani su Civitavecchia

Il Comitato ha deposto un omaggio floreale presso il Monumento alle Vittime civili dei Bombardamenti, partecipando alla cerimonia ufficiale insieme alle autorità locali per ricordare quanti hanno perso la vita durante la 1° incursione aerea alleata.

24 giugno 2020

24 Giugno | San Giovanni Battista

Giovanni Battista, venerato da tutte le Chiese cristiane e considerato santo da tutte quelle che ammettono il culto dei Santi, è una delle personalità più importanti dei Vangeli. Secondo il Cristianesimo, la sua vita e predicazione sono costantemente intrecciate con l’opera di Gesù Cristo; insieme a quest’ultimo, Giovanni Battista è presente anche nel Corano col nome di Yaḥyā[4] come uno dei massimi profeti che precedettero il Profeta Mohammed (as). Morì intorno al 35 d.C

La raccolta delle erbe nella notte di San Giovanni
Le erbe raccolte in questa notte hanno poteri miracolosi. L’erba di San Giovanni, l’iperico, i cui fiori durano un giorno e una volta appassiti, strofinando i petali con le dita, macchiano di rosso. L’artemisia, chiamata anche assenzio, la protettiva verbena, detta “erba della doppia vista”, poiché bevendone l’infuso si possono vedere realta’ nascoste, le bacche di ribes rosso, l’aglio, la cipolla, la lavanda, la ruta, il rosmarino, la mentuccia….l’erica, che raggiunge la massima fioritura in questo periodo ….
Con i fiori e le foglie di lavanda, iperico, rosmarino, ruta e mentuccia, immersi in fusione nell’acqua, si ottiene l’acqua di San Giovanni; si lascia il catino per tutta la notte all’aperto e alla mattina le donne usano quest’acqua per lavarsi, per aumentare la bellezza e allontanare le malattie. Le erbe raccolte vengono utilizzate per preparare infusi e liquori, ogni paese ha il suo e solo suo, “elisir d’erbe”.


24 Giugno – San Giovanni
“René Guénon sostiene che la festa di Giano era celebrata a Roma dai Collegia fabrorum ai due solstizi: le feste sarebbero poi diventate quelle dei due Giovanni per la somiglianza fonetica fra Ianus e Iohannes. Ovvero i due Giovanni avrebbero impersonato nei due solstizi le funzioni del Cristo come «chiave» delle due porte”.

A. Cattabiani – Calendario

Fonte: aurhelio.it
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21 giugno 2020

22 giugno, presentazione del libro "Caesarem Vehis, la Capitaneria di porto nel monumentale porto di Civitavecchia"


Lunedì 22 giugno avrà luogo la presentazione del libro di Andrea Giattini, “Caesarem Vehis, la Capitaneria di porto nel monumentale porto di Civitavecchia”. Un appuntamento ridotto nel numero dei partecipanti causa Coronavirus, pochi gli inviti e strettamente personali.
La presentazione del libro si svolgerà a bordo della motonave Cruise Barcelona della Grimaldi Group, sarà presente l’ammiraglio ispettore capo (CP), Giovanni Pettorino (Comandante generale delle Capitanerie di Porto); Emanuele Grimaldi, amministratore delegato della Grimaldi Group, e il giornalista Bruno Vespa che coordinerà l’incontro.
Il libro di Andrea Giattini – scrittore trentanovenne, ricercatore storico militare – ripercorre l’evolversi dell’autorità marittima nel porto di Roma, dalla progettazione ad opera dell’imperatore Traiano attraversando gli anni dell’amministrazione pontificia, fino a quando, il 16 settembre 1870, quattro giorni prima della cosiddetta “breccia di Porta Pia”, la squadra navale italiana sbarcò nel porto di Civitavecchia e occupò il primo edificio pubblico di valore strategico: la Capitania di Porto pontificia. E fu proprio con l’annessione di Civitavecchia al Regno d’Italia che la locale amministrazione marittima divenne a tutti gli effetti la Capitaneria di Porto che tutt’oggi presta il suo servizio a beneficio dell’intera comunità.
Nella sua lunga storia profondi cambiamenti, non solo urbanistici e architettonici, si sono succeduti all’interno dell’area portuale civitavecchiese ma anche mutamenti imposti dall’evolversi della politica, dell’economia e del contesto industriale e sociale del territorio.
Nella parte più antica dell’area portuale sono presenti opere dell’ingegno umano realizzate da personaggi importanti della storia italiana. Per rendere l’idea basta citarne alcuni: l’imponente Forte Michelangelo iniziato dal Bramante e dai suoi allievi, Giuliano Leno e Antonio da Sangallo il Giovane, e portato a termine da Michelangelo Buonarroti; la Fontana del Vanvitelli, realizzata completamente in travertino nel 1743; Porta Livorno, uno degli ingressi allo scalo marittimo, voluta da Papa Clemente XIII nel 1761. Andata distrutta durante l’ultima guerra è stata poi restaurata e riportata al suo antico splendore; la Darsena Romana e il Molo del Lazzaretto nella parte più antica del porto. La prima, progettata quasi 2000 anni fa dall’architetto Apollodoro di Damasco, serviva principalmente per la sosta e il rifornimento delle navi romane della flotta imperiale. Il secondo, inizialmente chiamato Fortino di San Pietro, era composto da una torretta che fungeva anche da faro interno ed era parte del maestoso progetto voluto dall’imperatore Traiano e diretto anche questo dall’architetto Apollodoro di Damasco (107 d.C.).
“Nei sei capitoli che compongono il volume – afferma Andrea Giattini – vengono ripercorsi i principali momenti di questo lungo periodo, aggiungendo un tassello significativo alla storia di Civitavecchia, evidenziando i profili di alcuni protagonisti e raccontandone aneddoti curiosi così come episodi divenuti celebri.

Fonte: ilpuntoquotidiano.it
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20 giugno 2020

20 giugno - Solstizio d'estate

di Alberto Lombardo

In uno degli scritti più pregnanti dell’intera opera di René Guénon, il metafisico di Blois scriveva: «Per quanto l’estate sia in genere considerata una stagione gioiosa e l’inverno una stagione triste, per il fatto stesso che la prima rappresenta in certo modo il trionfo della luce e il secondo quello dell’oscurità, i due solstizi corrispondenti hanno nondimeno, in realtà, un carattere esattamente opposto […]. Infatti, ciò che ha raggiunto il suo massimo può ormai solo decrescere, e ciò che è giunto al suo minimo può invece solo cominciare a crescere» (A proposito dei due San Giovanni, in Simboli della Scienza Sacra). 

Il paradosso è solo apparente: nel trionfo della luce che caratterizza il giorno del solstizio d’estate (astronomicamente il sole si trova nella sua massima declinazione positiva rispetto all’equatore celeste) già si preannuncia il lento declino; e mentre la calda stagione d’estate fa il suo corso l’autunno si approssima, facendo dapprima ingiallire le foglie, per terminare nella gelida morte invernale.

Il clima segue invece un ritmo sfasato: le temperature più calde dell’anno giungeranno dopo il solstizio estivo, per via dell’inerzia termica: anche per questo non tutti si avvedono pienamente della “crisi” che caratterizza il periodo solstiziale.

Ben diversamente la rotazione ciclica era percepita nel mondo antico. In corrispondenza dei due solstizi si situano presso molte civiltà le feste “cruciali” del corso annuale, quelle nelle quali si aprono le porte che mettono in comunicazione con l’altro mondo. Accadono così eventi mirabili, straordinari prodigi, incontri meravigliosi e pericolosi, come avviene nel Sogno di una notte di mezza estate di W. Shakespeare.

Il cristianesimo, che in larga misura appoggiò il suo calendario di festività su sensibilità arcaiche, ha situato non a caso le due feste di San Giovanni in prossimità dei due solstizi: esse hanno mantenuto alcune caratteristiche comuni, che segnano l’intima connessione che la vita ha con la morte, il sacerdozio con la regalità, così come il legame tra gli dei e gli uomini. «Nella religione greca antica», rilevava Alfredo Cattabiani, «i due solstizi erano chiamati “porte”: “porta degli dei” l’invernale, “porta degli uomini” l’estivo». È in particolare il fuoco a distinguere i due San Giovanni: da una parte vi sono i fuochi invernali, i ceppi nel camino, persino quelli pirotecnici del capodanno; dall’altra le ampie ruote infuocate che vengono fatte rotolare dalle colline, i grandi falò notturni, le processioni con torce o candele.

Paolo Giardelli, autore di un ottimo studio sulle festività legate al ciclo dell’anno in Liguria, ha scritto che «la Chiesa considerò a lungo questi fuochi mere sopravvivenze del paganesimo. Visto l’insuccesso delle reiterate condanne promulgate dai concilî e dai sinodi, la gerarchia ecclesiastica ricorse alla sperimentata tecnica dell’“accomodamento”, in modo da rendere i falò simbolicamente ortodossi». Così, chi ancora oggi si riunisce davanti ai sacri fuochi del solstizio rinnova il gesto degli avi, omaggiando lo splendore del sole vittorioso sulle tenebre.

* * *

Tratto da Area 93 (2004).

Da Centro studi La Runa (via CS Aurhelio)
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5 giugno 2020

Consigli di lettura | Il problema della scuola


Attraverso Il problema della scuola, pubblicato per la prima volta nel 1955, Guido De Giorgio sintetizza, dal punto di vista tradizionale, i problemi che attanagliano l’istruzione nell’età contemporanea. Le riflessioni qui contenute sono frutto della decennale esperienza di docenza svolta dall’autore fra Tunisi e Mondovì. L’interesse mostrato da De Giorgio per la scuola e la didattica, che si palesa anche attraverso i due manoscritti inediti che qui vengono presentati (La scuola elementare e La scuola è vita), è inoltre espressione della conoscenza dei principi di ordine tradizionale di cui era in possesso l’autore. Come si avrà modo di intendere dalla lettura di queste equilibrate, alte e profonde pagine – grazie anche all’ottimo saggio introduttivo di Gianluca Marletta – la prospettiva tradizionale dell’insegnamento, dell’educazione e della pedagogia si arricchisce, da oggi, di un notevole auspicato contributo.

Libro ordinabile su Cinabro Edizioni
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