Porta Corneto |
Porta Livorno |
Porta Romana nuova |
Porta Marina |
Porta Taurina |
Il posizionamento della statua “Il bacio della memoria di un porto” restituisce finalmente alla città un po’ di bellezza, di bontà e di giustizia
Il Comitato 14 Maggio ha avanzato una richiesta scritta di intitolare il piazzale compreso tra via Mazzini e Via Gorizia alle vittime civili dei bombardamenti anglo-americani
Ogni nuovo Imperatore dopo Traiano veniva salutato dal Senato con l'augurio: possa tu essere più fortunato di Augusto e migliore di Traiano (Felicior Augusto, melior Traiano)
E’ una calda sera di agosto quella che ci vede, insieme ad alcuni simpatizzanti, in visita presso la Macchina del Tempo, progetto inedito a cura di Roberta Galletta, divulgatrice storica
Il Comitato ha deposto un omaggio floreale presso il Monumento alle Vittime civili dei Bombardamenti, partecipando alla cerimonia ufficiale insieme alle autorità locali per ricordare quanti hanno perso la vita durante la 1° incursione aerea alleata.
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Porta Taurina |
Ho fatto due conti pensando a cosa poter fare con 35.000 se fossi stata io a decidere per la nostra citta e ho visto questo:
- Fondo economico straordinario per i Servizi Sociali per interventi immediati per famiglie disagiate con problemi di disabilità
- Asfaltatura via del Bricchetto parte iniziale e sistemazione delle voragini più pericolose presenti in città
- Piantumazione di alberi in zone cittadine dove batte il sole 24 ore al giorno
- Rifacimento strada e due ponti nella Valle della Fiumaretta
- Pulizia dei marciapiedi della Zona Industriale e creazione di una pista ciclabile in quel tratto
- Ripristino della unica pista ciclabile presente in città a Viale Guido Baccelli con posizionamento di dissuasori contro il parcheggio selvaggio delle auto
- Acquisto di 700 cestini ( 50.00 cadauno) per il centro e le periferie
- Apertura Galleria Luigi Calamatta con 130 stampe da incisione del più grande artista del settore al mondo, nostro concittadino
- Interventi di ripulitura delle scritte sulla Casa Comunale e su altre strutture pubbliche e di interesse storico
- Restauro busti uomini illustri e e parte dell'Emiciclo del Cimitero Monumentale con aflaltatura dei vialetti e sgrosso delle erbacce e posizionamento cartellonistica cimiteri comunali
- Messa in sicurezza e ripulitura Monumento ai Caduti e messa in sicurezza della antica e unica struttura superstite delle Casermette per salvare i preziosi dipinti dei primi del Novecento
Nonostante il mio amore per le Cenerentole di Civitavecchia, Storia Cultura, ho privilegiato per le vere priorità della nostra Citta`.
Magari vinco al Lotto e poi le faccio davvero io queste cose.
Ma basterebbe solo amarla, Civitavecchia, e sarebbe davvero tutto più semplice.
E la qualità delle nostre vite forse sarebbe migliore da quella di selfarsi sotto la gonna dell'infermiera della statua del bacio.
Roberta Galletta
Nel denunciare l’inopportunità dell'installazione della sedicente “statua” pop-art, il Comitato non si è mai espresso in merito agli eventi bellici che hanno colpito la nostra città ma si è sempre limitato a far notare che, erigere sedicenti “statue” raffiguranti militari di Paesi che hanno bombardato a tappeto Civitavecchia - e sottolineiamo a tappeto - al di là di qualsivoglia ragione non può essere una scelta ispirata.
Oltretutto, il numero elevatissimo di bombardamenti, ben 87, in zone della città residenziali e ben lontane dalle infrastrutture portuali e ferroviarie, dimostrano come le incursioni aeree siano andate ben oltre l’intento di colpire obiettivi strategici.
Nella recente petizione <<Tuteliamo la memoria, il decoro e l'identità di Civitavecchia>> promossa dal Comitato non si sostiene da nessuna parte che l’accrocco di infima ispirazione pop-art, rappresenti un omaggio a qualcuno. Riteniamo, questo sì, che sia una scelta totalmente infelice, un kitsch senza un minimo di tatto per quanto riguarda la memoria della città e il decoro della zona circostante al luogo, dove la “statua” verrebbe re-installata. La sedicente opera, inoltre, solleva tra l’altro seri interrogativi di costi-benefici - come ben espresso nella lettera a riguardo di Roberta Galletta - considerando che è gravemente danneggiata e che verrebbe noleggiata ad un costo annuale superiore al suo valore di mercato.
Il direttivo del Comitato 14 Maggio
È il caso dell’articolo “Una farsa anti-amerikana” pubblicato su La Provincia il 3/07/2022 e firmato Fabio Angeloni in cui si tira in ballo niente di meno che la NATO e addirittura il Patto di Varsavia (!!), quest’ultimo oltretutto, ricordato in maniera allusiva, perché firmato proprio durante un 14 maggio!
Il commentatore riesce a paragonare con nonchalance anche eventi completamente sconnessi, per epoca e natura, come gli anniversari dell’Imperatore Traiano ed episodi dell’ultimo conflitto mondiale.
Dulcis in fundo, il poco simpatico commentatore si lancia in una descrizione struggente del bacio tra il marinaio statunitense e l’infermiera, protagonisti dell’accrocco pop-art denominato “resa incondizionata”, ignorando sicuramente che la donna aveva denunciato l’episodio in un’intervista come “un atto di violenza”, avvenuto contro la sua volontà.
In definitiva, il commentatore oltre all’apologia di un atto di violenza contro una donna - che condanniamo e che dovrebbe palesemente condannare anche Angeloni - ci offre l’opportunità di ribadire che la sedicente “statua” del marinaio statunitense rappresenta una raffigurazione kitsch che offende la memoria della città e deturpa il paesaggio del lungomare civitavecchiese. Esso, grazie al cielo, rimane ancora presidiato solennemente dalla Fortezza Giulia (Forte Michelangelo), orgoglio autentico di Civitavecchia.
Il direttivo del Comitato 14 Maggio
Statua del Dio Nettuno, ipotesi di collocazione elaborata dal Francesco Etna |
E’ questo il senso identitario nella scelta dei simboli perché ogni città ha necessità di rendersi visibile e riconoscibile ed è quindi di fondamentale importanza che scelga, come propri, elementi identificativi con la sua storia, cultura e tradizioni, icone riconoscibili e condivise, che possano essere capaci anche di proteggere le proprie tradizioni e fortificarle, così da essere messe al servizio e a beneficio di tutti, anche del commercio e del turismo.
Ed è proprio la dinamica comunità-identità-turismo che dovrebbe essere al centro del dibattito politico-culturale della nostra città. E non il dover prendere per forza in affitto una statua rovinata e malandata come la vecchia e danneggiata statua del bacio che evidentemente nessuno vuole più perché passata di moda, non si capisce bene per quale nascosto motivo, spacciandola per la vera panacea del commercio locale.
E’ il fulcro della nostra identità che manca alla nostra comunità, il senso di appartenenza, o meglio a chi governa Civitavecchia e che dovrebbe porsi il problema, oggi per domani, perché le scelte attuali ricadono sui nostri figli e su chi verrà dopo di noi.
E anche la scelta di un simbolo da mettere alla Marina non può essere frutto di una pressione, di una scelta superficiale di un simbolo che sia completamente scollegato dalla storia della nostra città come lo è la statua del bacio, in una sorta di auto convincimento che sia davvero bella e che possa attrarre centinaia di turisti da ogni dove per vederla.
La scelta di un simbolo per Civitavecchia da collocare alla Marina dovrebbe tenere conto di due elementi fondamentali: il legame con la storia e le tradizioni civitavecchiesi, e la bellezza, di cui Civitavecchia ha davvero tanto bisogno. Solo questo basterebbe a trasformare il simbolo in fulcro di identità, con la particolarità di permettere a chiunque, anche e soprattutto ai turisti, di identificare la storia millenaria della nostra città in un attimo e di collegarla con i luoghi di interesse culturale, come i siti archeologici e i monumenti di cui è piena Civitavecchia.
In questo la Statua di Nettuno o quella dell'Imperatore Traiano potrebbero essere un potente e identitario simbolo della nostra città.
Perché la simbologia conferisce valore a una comunità, diventa un elemento culturale in grado di mantenere nel tempo l'identità di una città capace di portare i suoi figli ad un elevato grado di coscienza collettiva ed essere percepito come un punto fermo in grado di conservare e proteggere le propri radici, la propria identità culturale.
È in questo modo che l’opera d’arte scelta per diventare il simbolo di una comunità si trasforma in un’icona identitaria capace non di strappare con il passato ma di raccoglierlo dagli armadi polverosi in cui è stato costretto per tanto tempo e dargli valore e spazio. Per essere fruito e usato da tutti per vivere meglio la comunità. Rafforzando la sua identità.
Ecco perché l'Amministrazione Comunale di Civitavecchia commette un gravissimo errore nella miope ostinazione a voler a tutti i costi affittare la statua del bacio, quando la città ha ampiamente dimostrato di non volerla, spendendo più di quello che spenderebbe per acquistarla, 35.000 per il suo l'affitto per solo un anno quando ne vale commercialmente 30.000 prefigurando un danno erariale per le casse del Comune, tra l'altro gravemente danneggiata, come dimostrano le immagini relative agli ultimi giorni di permanenza della stessa alla Marina, e scollegata con l'identità della nostra comunità, dimostrando di essere tesa a gestire una sotto cultura legata all'immagine vuota e senza identità che produrrà ancor di più distanza tra la comunità che amministra e l'immenso patrimonio culturale che continua ad essere ignobilmente lasciato nell'erba alta e nel degrado più totale.
Se davvero volete far sentire la vista opinione firmate la raccolta firme che trovate nel link allegato che vuole invece dare valore ai simboli della Storia e della Cultura locale, come a creazione di un Museo del Mare, l'esposizione delle opere di Luigi Calamatta, la valorizzazione dei siti di Terme Taurine, Aquae Tauri e della Villa di Traiano, la rigenerazione di Largo San Francesco d’Assisi e di Piazzale degli Eroi o ancora, l’impiego della Realtà Virtuale e la digitalizzazione per far conoscere il patrimonio locale e stimolare l'economia nel rispetto comunque dell’identità della città come, per esempio, il progetto di promozione della figura dell’Imperatore Traiano o della collocazione di una statua all’Imperatore romano alla Marina.
Nelle immagini la statua del bacio, con un a evidente crepa a metà della sua altezza e la gloriosa statua del Dio Nettuno, in passato già presente in città come dimostra il recupero del suo braccio all'interno della Darsena Romana agli inizi del XIX secolo, in una ipotesi di collocazione elaborata da Francesco Etna. Questo il link per firmare la petizione: https://chng.it/fTxY49KsyY
Roberta Galletta
Fonte: orticaweb
Un uomo che è stato protagonista degli anni che a partire dal maggio del ’43 hanno visto cambiare Civitavecchia, la città di mare che lo ha accolto e che ha difeso fino alla morte. Pianto dalla famiglia e dagli amici più cari muore sotto il sanguinoso bombardamento del 30 agosto 1943.
“In ricordo di Roberto Cattaneo. Padre esemplare, nato a Corana (Pavia) il 22/11/1904, morto nel bombardamento del 30/08/1943 (a Civitavecchia). La moglie e i quattro figli”. Questa è l’epigrafe deposta dalla famiglia presso il Cimitero Monumentale di Civitavecchia.
Subito dopo la Prima Guerra Mondiale la storia di Roberto e quella di Civitavecchia si legano, si incontrano e si scontrano. Giovane militare, appena entrato tra le file dell’esercito italiano, nella città portuale conosce non solo il peso del lavoro ma anche l’amore. A Civitavecchia infatti incontra Anna Conti, una donna di umili origini, la cui famiglia lavorava onestamente vendendo frutta e verdura al mercato.
Roberto era un uomo semplice, molto attaccato alla politica e ai valori della famiglia e della patria, che si è ritrovato coinvolto nelle dinamiche di un conflitto che è scoppiato improvvisamente e senza alcun preavviso per i civili.
Il 14 maggio 1943 in seguito alle prime bombe Anna viene travolta dalle macerie. Ci vuole un po’ per liberarla ma subito dopo, anche se ferita, decide di abbandonare la città in treno. La stazione dei treni di Civitavecchia in quegli anni vantava collegamenti non solo da e verso Roma e Pisa, ma era attivo il tratto Civitavecchia-Orte che oggi è abbandonato. Mentre Roberto resta in caserma, Anna e i quattro figli sfruttando il collegamento ferroviario si rifugiano a Sutri, una delle città che maggiormente accolse in quegli anni i civitavecchiesi sfollati.
Intanto Roberto, lontano dalla sua famiglia, resta a Civitavecchia e si impegna nella difesa che è stata prontamente organizzata. Infatti lungo la costa da Santa Marinella ai bagni di Sant’Agostino furono dispiegate le contraeree e le case matte. Ancora oggi è possibile vederle osservando attentamente i resti tra gli scogli e le onde del mare, soprattutto davanti all’attuale ristorante La Rotonda.
Tra le contraeree più grandi ed operative ricordiamo quella posta vicino all’odierno varco nord del Porto, o anche quella dell’ex convento delle monache, oltre alle numerosissime disseminate sul lungomare con funzione difensiva antiaerea e antisbarco dal mare.
La difesa della città e gli spari delle contraeree sono un argomento un po’ occultato, ma di cui è possibile reperire alcune informazioni confrontando più fonti e documenti. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che la difesa fu organizzata contro gli anglo-americani con cui l’Italia sarà alleata dal 9 settembre ’43, abbandonando le potenze dell’Asse.
Durante i mesi di separazione dalla propria famiglia, Roberto Cattaneo scriveva lettere affettuose alla moglie, in un italiano non scolarizzato chiedeva alla sua Anna di dare un bacio ai quattro figli. La più piccola si chiamava Adriana e aveva solo 10 mesi. A Sutri vivevano una vita umile, trascorrevano le giornate sbrigando qualche lavoretto e varie faccende. Lì era più facile reperire da mangiare e la famiglia patì meno la fame rispetto alle molte altre sfollate nelle città limitrofe Civitavecchia.
Il 30 agosto 1943, dopo mesi distanti, Anna e Roberto decidono di incontrarsi a Civitavecchia. Trascorrono insieme la mattina e il pranzo. Nel pomeriggio Roberto avrebbe dovuto rientrare in servizio. Perciò accompagna sua moglie a prendere il treno così che possa tornare a Sutri prima di cena. Si salutano affettuosamente senza sapere però che non si vedranno mai più. Pochi minuti dopo un violento bombardamento investe la città e Roberto muore sotto le macerie. I treni restano bloccati in stazione ed Anna viene avvisata della morte del marito.
Dieci giorni dopo, la guerra causerà alla famiglia Conti-Cattaneo un nuovo dolore.
Mario Conti, il fratello di Anna, a soli 20 anni morirà disperso tra i flutti del mare durante l’episodio di guerra che vede affondare la Corazzata Roma, una delle navi più importanti della Regia Marina. La Roma fino all’8 settembre 1943 era protetta dalle potenze dell’Asse. Dal 9 però con la resa incondizionata dell’Italia agli Alleati diventa un nemico, soprattutto per i tedeschi che la bombardarono mentre stava cercando di raggiungere la Maddalena, ma non essendo stata avvisata per tempo viene coinvolta nel bombardamento tedesco e non riesce a trarsi in salvo. Muoiono tutti i motoristi e i soldati a bordo. Il relitto è stato ritrovato solo nel 2012 a 16 miglia dal golfo dell’Asinara.
Presso il Cimitero Vecchio la famiglia Conti ha deposto una lapide in memoria di Mario anche se il suo corpo non è mai stato ritrovato.
Questa storia familiare così toccante è una testimonianza che ha condiviso con il nostro giornale Robert Vignola, nipote di Roberto Cattaneo e Mario Conti, attuale addetto stampa dell’amministrazione comunale vigente. Con estrema precisione e disponibilità ha voluto rendere noti i particolari più intimi della sua storia familiare concedendoci l’opportunità di diffonderla e di far vedere le foto delle lapidi dei propri parenti.
Sara Sansone
Il Comitato resta esterrefatto del violento attacco a margine della recente petizione popolare indetta per la difesa della memoria e del decoro di Civitavecchia.
Precisiamo che il Comitato 14 Maggio si occupa semplicemente di testimonianza della storia della città e prende il nome da uno dei tre eventi più gravi (incursione saracena, occupazione francese, bombardamento angloamericano) che l’hanno contraddistinta, con un senso di pietas che forse sfugge per limiti culturali e caratteriali al simpatico commentatore.
Come comitato civico, a carattere squisitamente culturale, lasciamo ad altri - più titolati di noi, la risposta ad alcune acrobazie storiografiche dell’autore della lettera, che infatti non ci risulta sia uno storico ma un personaggio in tutt’altre faccende da sempre affaccendato e - non ci capacitiamo del perché ma possiamo solo immaginare - solo ora improvvisamente ossessionato dalla nostra petizione.
Non sono comprensibili tra l'altro, alcuni riferimenti - nella parte finale della lettera, dove si usa il femminile tra virgolette o si citano fuori contesto orientamenti sessuali. Sembra di trovarsi davanti a battute di tipo sessista o addirittura a discriminazione di genere: sarebbe per ciò imbarazzante. Nella sua replica, senz'altro il diretto interessato vorrà smentire.
Il direttivo del Comitato 14 Maggio