La nuova statua del bacio ci rappresenta nella memoria e nell'identità

Il posizionamento della statua “Il bacio della memoria di un porto” restituisce finalmente alla città un po’ di bellezza, di bontà e di giustizia

Incontro con il Sindaco per intitolare una piazza alle vittime dei bombardamenti

Il Comitato 14 Maggio ha avanzato una richiesta scritta di intitolare il piazzale compreso tra via Mazzini e Via Gorizia alle vittime civili dei bombardamenti anglo-americani

Anniversario della nascita dell'Optimus Princeps, il fondatore di Civitavecchia

Ogni nuovo Imperatore dopo Traiano veniva salutato dal Senato con l'augurio: possa tu essere più fortunato di Augusto e migliore di Traiano (Felicior Augusto, melior Traiano)

Recensione della nostra visita presso la Macchina del Tempo Civitavecchia

E’ una calda sera di agosto quella che ci vede, insieme ad alcuni simpatizzanti, in visita presso la Macchina del Tempo, progetto inedito a cura di Roberta Galletta, divulgatrice storica

14 maggio, Anniversario dei bombardamenti anglo-americani su Civitavecchia

Il Comitato ha deposto un omaggio floreale presso il Monumento alle Vittime civili dei Bombardamenti, partecipando alla cerimonia ufficiale insieme alle autorità locali per ricordare quanti hanno perso la vita durante la 1° incursione aerea alleata.

21 luglio 2022

Le antiche porte di Civitavecchia


Una dettagliata e affascinante mappa di Civitavecchia così come era prima del 14 maggio 1943 ci consente di conoscere più affondo l'antica configurazione della città.  In particolare, diversi sono gli elementi architettonici, che a causa dei bombardamenti anglo-americani e più tardi per una ricostruzione poco premurosa del dopoguerra, sono andati persi e che ai più non consente di cogliere quello che fu il vecchio impianto urbanistico. Nella cartina di  cui sopra sono distinguibili diverse epoche durante le quali la città si andò ad espandere: il trapezio della muraglia medievale, le fortificazioni a stella realizzate dal Sangallo nel 1500, le mura del ghetto, così come tutta una serie di edifici pubblici, religiosi e costruzioni di difesa. Tra quest'ulime si annoverano le antiche porte d'ingresso alla città per chi veniva via terra o via mare. Le porte della città comprendevano la Porta Livorno, ricostruita negli anni 2000 nella calata Principe Tommaso, Porta Romana nuova, oggi all'altezza grosso modo di Largo Plebiscito, Porta Marina, nella darsena romana e, Porta Corneto, corrispondente all'attuale rotonda dei pompieri andando verso Tarquinia. Infine, meno noto è il punto di accesso da nord-ovest all'antica città medievale, ovvero Porta Taurinaquella che portava anche verso la chiesa e il campanile di San Giulio - Sant'Egidio, l'attuale archetto di piazza Saffi insomma. 


Porta Corneto

Porta Livorno

Porta Romana nuova

Porta Marina


Porta Taurina


Fonte tavole: "Le "vedute" di Arnaldo Massarelli, Sara Fresi
Fote cartina: Bar Barbagia
Fonte riproduzione Porta Taurina: Francesco Correnti
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12 luglio 2022

Prof. Mario Polia I Riti agrari, saggezza millenaria e cultura contadina


Le organizzazioni che aderiscono al progetto Territorio & Comunità, contribuiscono concretamente alla rivitalizzazione dei territori del centro Italia, colpiti dal terremoto del 2016. Solidarietà concreta ed efficace.



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Il costo opportunità della Statua del marinaio americano | Roberta Galletta

 

Ho fatto due conti pensando a cosa poter fare con 35.000 se fossi stata io a decidere  per la nostra citta e ho visto questo:

- Fondo economico straordinario per i Servizi Sociali per interventi immediati per famiglie disagiate con problemi di disabilità

- Asfaltatura via del Bricchetto parte iniziale e sistemazione delle voragini  più pericolose presenti in città

- Piantumazione di alberi in zone cittadine dove batte il sole 24 ore al giorno

- Rifacimento strada e due ponti nella Valle della Fiumaretta

- Pulizia dei marciapiedi della  Zona Industriale e creazione di una  pista ciclabile in quel tratto 

- Ripristino della unica pista ciclabile presente  in città a Viale Guido Baccelli con posizionamento  di dissuasori contro il parcheggio selvaggio delle auto

- Acquisto di 700 cestini ( 50.00  cadauno) per il centro e le periferie

- Apertura Galleria  Luigi Calamatta con 130 stampe da incisione del più grande artista del settore al mondo, nostro concittadino

- Interventi di ripulitura delle scritte sulla Casa Comunale  e su  altre strutture pubbliche e  di interesse storico

- Restauro busti uomini illustri e e parte dell'Emiciclo del Cimitero Monumentale con aflaltatura dei vialetti  e sgrosso delle erbacce  e posizionamento  cartellonistica cimiteri comunali

- Messa in sicurezza e ripulitura Monumento ai Caduti e messa in sicurezza della antica e unica struttura superstite delle Casermette  per salvare i preziosi  dipinti dei primi del Novecento

Nonostante il mio amore per le Cenerentole di Civitavecchia, Storia Cultura,  ho privilegiato per le vere  priorità della nostra Citta`. 

Magari vinco al Lotto  e  poi le faccio davvero io queste cose.

Ma basterebbe  solo amarla, Civitavecchia, e sarebbe davvero tutto più semplice.

E la qualità delle nostre  vite forse sarebbe migliore da quella di selfarsi  sotto la gonna dell'infermiera della statua del bacio.


Roberta Galletta

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7 luglio 2022

Comuicato stampa per diritto di replica: Rifiutiamo la “resa incondizionata” al kitsch


A seguito dell’articolo con il titolo <<Statua del Bacio, Anpi: “Non rappresenta un “omaggio” a chi ha distrutto Civitavecchia>> uscito su TRC Giornale il 04 luglio 2022 e firmato ANPI - in cui viene chiamato in causa il Comitato 14 Maggio e per il quale si chiede il diritto di replica - dichiariamo quanto segue:

Nel denunciare l’inopportunità dell'installazione della sedicente “statua” pop-art, il Comitato non si è mai espresso in merito agli eventi bellici che hanno colpito la nostra città ma si è sempre limitato a far notare che, erigere sedicenti “statue” raffiguranti militari di Paesi che hanno bombardato a tappeto Civitavecchia - e sottolineiamo a tappeto - al di là di qualsivoglia ragione non può essere una scelta ispirata.

Oltretutto, il numero elevatissimo di bombardamenti, ben 87, in zone della città residenziali e ben lontane dalle infrastrutture portuali e ferroviarie, dimostrano come le incursioni aeree siano andate ben oltre l’intento di colpire obiettivi strategici.

Nella recente petizione <<Tuteliamo la memoria, il decoro e l'identità di Civitavecchia>> promossa dal Comitato non si sostiene da nessuna parte che l’accrocco di infima ispirazione pop-art, rappresenti un omaggio a qualcuno. Riteniamo, questo sì, che sia una scelta totalmente infelice, un kitsch senza un minimo di tatto per quanto riguarda la memoria della città e il decoro della zona circostante al luogo, dove la “statua” verrebbe re-installata. La sedicente opera, inoltre, solleva tra l’altro seri interrogativi di costi-benefici - come ben espresso nella lettera a riguardo di Roberta Galletta - considerando che è gravemente danneggiata e che verrebbe noleggiata ad un costo annuale superiore al suo valore di mercato.

Il direttivo del Comitato 14 Maggio


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Comunicato stampa per diritto di replica: La statua pop-art, alibi per la caccia alle streghe



Siamo costretti a replicare ad articoli usciti sulla stampa locale di commentatori che, chiamando in causa il Comitato 14 Maggio, mancano completamente il senso della nostra petizione <<Tuteliamo la memoria, il decoro e l’identità di Civitavecchia>> vagheggiando di discorsi inventati.

È il caso dell’articolo “Una farsa anti-amerikana” pubblicato su La Provincia il 3/07/2022 e firmato Fabio Angeloni in cui si tira in ballo niente di meno che la NATO e addirittura il Patto di Varsavia (!!), quest’ultimo oltretutto, ricordato in maniera allusiva, perché firmato proprio durante un 14 maggio!

Il commentatore riesce a paragonare con nonchalance anche eventi completamente sconnessi, per epoca e natura, come gli anniversari dell’Imperatore Traiano ed episodi dell’ultimo conflitto mondiale.

Dulcis in fundo, il poco simpatico commentatore si lancia in una descrizione struggente del bacio tra il marinaio statunitense e l’infermiera, protagonisti dell’accrocco pop-art denominato “resa incondizionata”, ignorando sicuramente che la donna aveva denunciato l’episodio in un’intervista come “un atto di violenza”, avvenuto contro la sua volontà.

In definitiva, il commentatore oltre all’apologia di un atto di violenza contro una donna - che condanniamo e che dovrebbe palesemente condannare anche Angeloni - ci offre l’opportunità di ribadire che la sedicente “statua” del marinaio statunitense rappresenta una raffigurazione kitsch che offende la memoria della città e deturpa il paesaggio del lungomare civitavecchiese. Esso, grazie al cielo, rimane ancora presidiato solennemente dalla Fortezza Giulia (Forte Michelangelo), orgoglio autentico di Civitavecchia.


Il direttivo del Comitato 14 Maggio

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4 luglio 2022

Roberta Galletta: I simboli, fondamenti dell’identità di una comunità e il danno erariale per le casse del Comune di Civitavecchia

Statua del Dio Nettuno, ipotesi di collocazione elaborata dal Francesco Etna

L’identità di una comunità si nutre  di simboli, di segni, di archetipi capaci di rimandare, all’istante, alla visione e a significati e significanti tali da essere identificabili dalla stessa comunità che li ha scelti e al tempo stesso in grado di distinguersi, come  insieme di persone, dalle altre comunità.

E’ questo il senso identitario nella scelta  dei simboli perché ogni città ha necessità di rendersi visibile  e riconoscibile ed è quindi di fondamentale importanza che scelga,  come propri, elementi identificativi con la sua storia, cultura e tradizioni, icone  riconoscibili e condivise, che possano essere capaci anche  di proteggere le proprie tradizioni e fortificarle, così da essere messe al servizio e a beneficio di tutti, anche del commercio e del turismo. 

Ed è proprio la dinamica comunità-identità-turismo che dovrebbe essere al centro del dibattito politico-culturale della nostra città. E non il dover prendere per forza in affitto una statua rovinata e malandata come la vecchia e danneggiata statua del bacio  che evidentemente nessuno vuole più perché passata di moda, non si capisce bene per quale nascosto motivo, spacciandola per la vera panacea del commercio locale. 

E’ il fulcro della nostra identità che manca alla nostra comunità, il senso di appartenenza, o meglio a chi governa Civitavecchia  e che dovrebbe porsi il problema, oggi per domani, perché  le scelte attuali ricadono  sui nostri figli e su chi verrà dopo di noi.

E anche la scelta di un simbolo da mettere alla Marina non può essere frutto di una pressione, di una scelta  superficiale di un simbolo che sia completamente scollegato  dalla storia della nostra città come lo è la statua del bacio, in una sorta di auto convincimento che sia davvero bella e che possa attrarre centinaia di turisti da ogni dove per vederla.

La scelta di un simbolo per Civitavecchia da collocare alla Marina dovrebbe tenere conto di due elementi fondamentali: il legame con la storia e le tradizioni civitavecchiesi, e la bellezza, di cui Civitavecchia ha davvero tanto bisogno. Solo questo basterebbe a trasformare  il simbolo in fulcro  di identità, con la particolarità di permettere a chiunque, anche e soprattutto ai turisti, di identificare la storia millenaria della nostra città  in un attimo  e di  collegarla  con i luoghi di interesse culturale, come i siti archeologici e i monumenti di cui è piena Civitavecchia.

In questo la Statua di Nettuno o quella dell'Imperatore Traiano potrebbero essere un potente e identitario simbolo della nostra città

Perché la simbologia conferisce valore a una comunità, diventa un elemento  culturale in grado di mantenere nel tempo l'identità di una città  capace di portare i suoi figli  ad un elevato grado di coscienza collettiva  ed essere percepito come un punto fermo in grado  di conservare e proteggere le propri radici, la propria  identità culturale.

È in questo modo che l’opera d’arte scelta per diventare il simbolo di una comunità si trasforma in  un’icona identitaria  capace non di strappare con il passato ma di raccoglierlo dagli armadi polverosi in cui è stato costretto per tanto tempo e dargli valore e spazio. Per essere fruito e usato da tutti per vivere meglio la comunità. Rafforzando la sua identità.

Ecco perché l'Amministrazione Comunale di Civitavecchia  commette un gravissimo errore nella miope ostinazione a voler a tutti i costi affittare la statua del bacio, quando la città ha ampiamente dimostrato di non volerla, spendendo più di quello che spenderebbe per acquistarla, 35.000 per  il suo l'affitto per solo un anno quando ne vale commercialmente  30.000 prefigurando  un danno erariale per le casse del Comune,  tra l'altro gravemente danneggiata, come dimostrano le immagini relative agli ultimi giorni di permanenza della stessa alla Marina, e scollegata con l'identità della nostra comunità, dimostrando di essere tesa a gestire una  sotto cultura legata  all'immagine vuota e  senza identità che produrrà ancor di più distanza tra la comunità che amministra e l'immenso patrimonio culturale che continua ad essere ignobilmente  lasciato  nell'erba alta e nel degrado più totale.

Se davvero volete far sentire la vista opinione firmate la raccolta firme che trovate nel link allegato che vuole invece dare valore ai simboli della Storia e della Cultura locale, come a creazione di un Museo del Mare, l'esposizione delle opere di Luigi Calamatta, la valorizzazione dei siti di Terme Taurine, Aquae Tauri e della Villa di Traiano, la rigenerazione di Largo San Francesco d’Assisi e di Piazzale degli Eroi o ancora, l’impiego della Realtà Virtuale e la digitalizzazione per far conoscere il patrimonio locale e stimolare l'economia nel rispetto comunque dell’identità della città come, per esempio, il progetto di promozione della figura dell’Imperatore Traiano o della collocazione di una statua all’Imperatore romano alla Marina.

Nelle immagini la statua del bacio, con un a evidente crepa a metà della sua altezza e la gloriosa statua del Dio Nettuno, in passato già presente in città come dimostra il recupero del suo  braccio all'interno della Darsena Romana  agli inizi del XIX secolo, in una ipotesi di collocazione elaborata da Francesco Etna. Questo il link per firmare la petizione: https://chng.it/fTxY49KsyY

Roberta Galletta







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2 luglio 2022

2 luglio 1860 | Inaugurazione della stazione ferroviaria di Civitavecchia

Secondo l'almanacco storico cittadino 162 anni fa veniva inaugurata la stazione ferroviaria. Osservando le foto stupisce la maestosità della struttura che nulla ha in comune con la stazione attuale ridimensionata e, rapportata ai tempi, sicuramente più funzionale che nel presente.

Il 2 luglio 1860 Pio IX inaugura la nuova stazione di Civitavecchia. Per la grande tettoia metallica a capriate vetrate della nuova stazione, si era ricorsi alla tecnologia francese: il grande manufatto era stato infatti realizzato nel 1858 dalle Officine di Le Creusot della Ditta Schneider & C.ie e trasportato in pezzi, per via fluviale, fino al porto laziale, dove venne poi assemblato.
Lunga 65 metri, larga 24,45, raggiungeva un’altezza massima di 12,735 dal piano interno dei binari: il suo peso complessivo, per la sola carpenteria metallica, raggiunse le 65 tonnellate.
Relativamente a questa stazione due furono i viaggi degni di nota che vi compì il pontefice a bordo del suo treno speciale, composto a quell’epoca anche dalle due recenti carrozze, la balconata e la cappella donategli dalla “Pio Centrale a Porta Portese” in occasione della visita effettuatavi il 5 luglio 1859;
il primo di tali viaggi avvenne in occasione dell’inaugurazione del nuovo fabbricato di stazione, il 2 luglio 1860, mentre il secondo fu compiuto il 7 ottobre 1861 e si esaurì nella stessa giornata (la partenza da Roma avvenne alle 8.30 ed il rientro fu alle 18.30).

Da Maurizio Panconesi, Le ferrovie di Pio IX, 2005.

Fonte: Almanacco storico civitavecchiese, a cura de L'Osteria della memoria - Societa Storica Civitavecchiese.





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1 luglio 2022

Civitavecchia - Storie private dei bombardamenti anglo-americani 2 | La storia di Roberto Cattaneo operativo nella contraerei | Rubrica a cura di Sara Sansone

Fonte: orticaweb

Un uomo che è stato protagonista degli anni che a partire dal maggio del ’43 hanno visto cambiare Civitavecchia, la città di mare che lo ha accolto e che ha difeso fino alla morte. Pianto dalla famiglia e dagli amici più cari muore sotto il sanguinoso bombardamento del 30 agosto 1943.

“In ricordo di Roberto Cattaneo. Padre esemplare, nato a Corana (Pavia) il 22/11/1904, morto nel bombardamento del 30/08/1943 (a Civitavecchia). La moglie e i quattro figli”.  Questa è l’epigrafe deposta dalla famiglia presso il Cimitero Monumentale di Civitavecchia.

Subito dopo la Prima Guerra Mondiale la storia di Roberto e quella di Civitavecchia si legano, si incontrano e si scontrano. Giovane militare, appena entrato tra le file dell’esercito italiano, nella città portuale conosce non solo il peso del lavoro ma anche l’amore. A Civitavecchia infatti incontra Anna Conti, una donna di umili origini, la cui famiglia lavorava onestamente vendendo frutta e verdura al mercato.

Roberto era un uomo semplice, molto attaccato alla politica e ai valori della famiglia e della patria, che si è ritrovato coinvolto nelle dinamiche di un conflitto che è scoppiato improvvisamente e senza alcun preavviso per i civili.

Il 14 maggio 1943 in seguito alle prime bombe Anna viene travolta dalle macerie. Ci vuole un po’ per liberarla ma subito dopo, anche se ferita, decide di abbandonare la città in treno. La stazione dei treni di Civitavecchia in quegli anni vantava collegamenti non solo da e verso Roma e Pisa, ma era attivo il tratto Civitavecchia-Orte che oggi è abbandonato. Mentre Roberto resta in caserma, Anna e i quattro figli sfruttando il collegamento ferroviario si rifugiano a Sutri, una delle città che maggiormente accolse in quegli anni i civitavecchiesi sfollati.

Intanto Roberto, lontano dalla sua famiglia, resta a Civitavecchia e si impegna nella difesa che è stata prontamente organizzata. Infatti lungo la costa da Santa Marinella ai bagni di Sant’Agostino furono dispiegate le contraeree e le case matte. Ancora oggi è possibile vederle osservando attentamente i resti tra gli scogli e le onde del mare, soprattutto davanti all’attuale ristorante La Rotonda.

Tra le contraeree più grandi ed operative ricordiamo quella posta vicino all’odierno varco nord del Porto, o anche quella dell’ex convento delle monache, oltre alle numerosissime disseminate sul lungomare con funzione difensiva antiaerea e antisbarco dal mare.

La difesa della città e gli spari delle contraeree sono un argomento un po’ occultato, ma di cui è possibile reperire alcune informazioni confrontando più fonti e documenti. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che la difesa fu organizzata contro gli anglo-americani con cui l’Italia sarà alleata dal 9 settembre ’43, abbandonando le potenze dell’Asse.

Durante i mesi di separazione dalla propria famiglia, Roberto Cattaneo scriveva lettere affettuose alla moglie, in un italiano non scolarizzato chiedeva alla sua Anna di dare un bacio ai quattro figli. La più piccola si chiamava Adriana e aveva solo 10 mesi. A Sutri vivevano una vita umile, trascorrevano le giornate sbrigando qualche lavoretto e varie faccende. Lì era più facile reperire da mangiare e la famiglia patì meno la fame rispetto alle molte altre sfollate nelle città limitrofe Civitavecchia.

Il 30 agosto 1943, dopo mesi distanti, Anna e Roberto decidono di incontrarsi a Civitavecchia. Trascorrono insieme la mattina e il pranzo. Nel pomeriggio Roberto avrebbe dovuto rientrare in servizio. Perciò accompagna sua moglie a prendere il treno così che possa tornare a Sutri prima di cena. Si salutano affettuosamente senza sapere però che non si vedranno mai più. Pochi minuti dopo un violento bombardamento investe la città e Roberto muore sotto le macerie. I treni restano bloccati in stazione ed Anna viene avvisata della morte del marito.

Dieci giorni dopo, la guerra causerà alla famiglia Conti-Cattaneo un nuovo dolore.

Mario Conti, il fratello di Anna, a soli 20 anni morirà disperso tra i flutti del mare durante l’episodio di guerra che vede affondare la Corazzata Roma, una delle navi più importanti della Regia Marina. La Roma fino all’8 settembre 1943 era protetta dalle potenze dell’Asse. Dal 9 però con la resa incondizionata dell’Italia agli Alleati diventa un nemico, soprattutto per i tedeschi che la bombardarono mentre stava cercando di raggiungere la Maddalena, ma non essendo stata avvisata per tempo viene coinvolta nel bombardamento tedesco e non riesce a trarsi in salvo. Muoiono tutti i motoristi e i soldati a bordo. Il relitto è stato ritrovato solo nel 2012 a 16 miglia dal golfo dell’Asinara.

Presso il Cimitero Vecchio la famiglia Conti ha deposto una lapide in memoria di Mario anche se il suo corpo non è mai stato ritrovato.

Questa storia familiare così toccante è una testimonianza che ha condiviso con il nostro giornale Robert Vignola, nipote di Roberto Cattaneo e Mario Conti, attuale addetto stampa dell’amministrazione comunale vigente. Con estrema precisione e disponibilità ha voluto rendere noti i particolari più intimi della sua storia familiare concedendoci l’opportunità di diffonderla e di far vedere le foto delle lapidi dei propri parenti.

Sara Sansone

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Comunicato stampa per diritto di replica | Niente è dimenticato per chi custodisce la memoria, quel bacio è inutile.


A seguito dell’articolo con il titolo “Baciami ancora, serve a non dimenticare” uscito su La Provincia il 29 giugno 2022 e firmato Fabio Angeloni, il Comitato 14 Maggio dichiara quanto segue.

Il Comitato resta esterrefatto del violento attacco a margine della recente petizione popolare indetta per la difesa della memoria e del decoro di Civitavecchia. 

Precisiamo che il Comitato 14 Maggio si occupa semplicemente di testimonianza della storia della città e prende il nome da uno dei tre eventi più gravi (incursione saracena, occupazione francese, bombardamento angloamericano) che l’hanno contraddistinta, con un senso di pietas che forse sfugge per limiti culturali e caratteriali al simpatico commentatore.

Come comitato civico, a carattere squisitamente culturale, lasciamo ad altri - più titolati di noi, la risposta ad alcune acrobazie storiografiche dell’autore della lettera, che infatti non ci risulta sia uno storico ma un personaggio in tutt’altre faccende da sempre affaccendato e - non ci capacitiamo del perché ma possiamo solo immaginare - solo ora improvvisamente ossessionato dalla nostra petizione.

Non sono comprensibili tra l'altro, alcuni riferimenti - nella parte finale della lettera, dove si usa il femminile tra virgolette o si citano fuori contesto orientamenti sessuali. Sembra di trovarsi davanti a battute di tipo sessista o addirittura a discriminazione di genere: sarebbe per ciò imbarazzante. Nella sua replica, senz'altro il diretto interessato vorrà smentire.

Il direttivo del Comitato 14 Maggio


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Comitato 10 Febbraio

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Movimento per la Vita - Civitavecchia