Santa Fermina proteggi la nostra città e fai sentire a noi tutti
la perenne attualità del tuo esempio,
perché continui ad essereci d'ispirazione.
Il posizionamento della statua “Il bacio della memoria di un porto” restituisce finalmente alla città un po’ di bellezza, di bontà e di giustizia
Il Comitato 14 Maggio ha avanzato una richiesta scritta di intitolare il piazzale compreso tra via Mazzini e Via Gorizia alle vittime civili dei bombardamenti anglo-americani
Ogni nuovo Imperatore dopo Traiano veniva salutato dal Senato con l'augurio: possa tu essere più fortunato di Augusto e migliore di Traiano (Felicior Augusto, melior Traiano)
E’ una calda sera di agosto quella che ci vede, insieme ad alcuni simpatizzanti, in visita presso la Macchina del Tempo, progetto inedito a cura di Roberta Galletta, divulgatrice storica
Il Comitato ha deposto un omaggio floreale presso il Monumento alle Vittime civili dei Bombardamenti, partecipando alla cerimonia ufficiale insieme alle autorità locali per ricordare quanti hanno perso la vita durante la 1° incursione aerea alleata.
Santa Fermina proteggi la nostra città e fai sentire a noi tutti
la perenne attualità del tuo esempio,
perché continui ad essereci d'ispirazione.
Documentazione di base: rilievi, ricerche d’archivio ed elaborazioni grafiche di Arnaldo Massarelli; anastilosi del tessutto urbano e planimetria dei resti archeologici di Francesco Correnti; ricerche d’archivio e ricostruzioni dello sviluppo urbano di Paola Moretti).
La pianta rappresenta la sintesi e la rielaborazione informatica dei risultati delle ricerche, degli studi e delle ricostruzioni raggiunti da parte dei suddetti autori, attraverso un lavoro sistematico protrattosi per quaranta anni sui documenti riguardanti la città e il porto di Civitavecchia. Questi risultati sono stati proposti ai giovani professsionisti selezionati per collaborare con il Comune di Civitavecchia ed hanno fornito il supporto storico-scientifico delle proposte sul tema "Progettare in Comune" (da "Civitavecchia veduta", 1912, p. 5).
Ripreso sempre da "Civitavecchia veduta", il post su questo sito e il ricordo su SpazioLiberoBlog dedicati ad Arnaldo Massarelli, avevano anche lo scopo di riproporre il problema della conservazione "attiva" degli studi storici. In proposito, ho ricordato più volte e di frequente che il nostro scopo era, principalmente, quello di “scoprire” com’era la Civitavecchia del passato, nei suoi vicoli, nelle sue case, nelle sue modificazioni temporali, in tutti quegli aspetti fisici di cui i secoli, le demolizioni e infine gli sventramenti della guerra e del dopoguerra avevano lasciato poche tracce e di difficile lettura. Poiché di quella che si riteneva esser stata la “città romana” (in realtà, mi ero andato convincendo, mai esistita in quanto tale, se non per una fase di trasformazioni e adattamenti estemporanei) e di quella creata dagli interventi dei pontefici, i “grands travaux” del ’500 e del ’600, avevamo, per l’una, diverse ipotesi e, per l’altra, dati molto dettagliati, restava da indagare e immaginare la città intermedia.
Avevamo pochi resti e labili indizi per ricostruire la fase tra la “villa imperiale” in trasformazione e il borgo in formazione, a cominciare da quella città di Gregorio Magno che, non a caso, era stata il tema del convegno organizzato insieme a Giovanni Insolera, nel 1989, con il patrocinio dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose e sotto l’alto patronato del Vescovo Mons. Girolamo Grillo. Fu proprio in quell’occasione, tuttavia, che tentammo, procedendo cautamente ma con molto entusiasmo, di ricomporre i tasselli per dare forma a quell’insediamento ancora misterioso (cercando, ad esempio di capire, il significato di immagini forse solo simboliche e tuttavia eloquenti, come la «Centũcellis» della Tabula Peutingeriana).
Tra tesi di laurea, ricerche di studiosi, estratti dalle tante pubblicazioni, le centinaia di vedute e mappe delle incisioni dei secoli scorsi, le mie 100 tavole dell' "Atlante", con le 70 planimetrie della città ed i lavori e l'evoluzione dell'assetto urbano nel corso degli anni dalle origini alla città attuale, oltre agli innumerevoli schizzi e disegni di dettaglio, con la trasposizione per alcune tappe temporali nelle vedute di Arnaldo, pochi centri hanno altrettanta documentazione iconografica sulla loro storia. Il materiale disponibile (e in parte già riprodotto su supporti espositivi) può consentire di allestire più di un punto di richiamo culturale e turistico, pubblicizzato da una delle istallazioni del progetto "La Storia scende in piazza", arricchendo le risorse in materia ed i luoghi di interesse. Se questi non sono vetrine mute e immobili, ma fanno capo ad un Centro studi di alta autorevolezza scientifica in cui siano rappresentati gli enti pubblici di riferimento; che coordina singoli e associazioni che vogliano collaborare; in cui studenti, laureandi o dottorandi possano incanalare le lori ricerche e in cui giovani studiosi, con il doveroso e decoroso sostegno di borse di studio, approfondiscano ed amplino il campo delle indagini storiche; si avrebbe facilmente, nuovamente, quello che il CDU è stato per tanti anni e quel supporto alla cultura cittadina in campo storico-urbanistico di cui si avverte la mancanza.
Fonte cartine: U.C.I.T., Roma.
arch. Francesco Correnti
🔹 Dall’esperienza delle associazioni archeologiche nasce questo contributo alla conoscenza e all’approfondimento della presenza traianea in città: con la storica Associazione 𝐶𝑒𝑛𝑡𝑢𝑚𝑐𝑒𝑙𝑙𝑎𝑒 si affronteranno le ragioni della localizzazione portuale con un focus sui ritrovamenti nel fondo dello specchio portuale, mentre con il Gruppo Archeologico Romano si farà il punto sull’area archeologica della cosiddetta 𝑉𝑖𝑙𝑙𝑎 𝑃𝑢𝑙𝑐ℎ𝑒𝑟𝑟𝑖𝑚𝑎, un sito da scavare, recuperare e valorizzare. Due momenti di conoscenza del rapporto che unisce Civitavecchia al suo imperiale fondatore.
🔹 Giovedì 7 Marzo 2024 alle 17:00 presso la Sala Convegni “Giusi Corrado” della Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia!
ℹ️ Per informazioni e prenotazioni:
Museo Archeologico Nazionale di Civitavecchia
Tel. +39 076623604
E-Mail: drm-laz.mucivitavecchia@cultura.gov.it
Tra il 13 e il 14 febbraio 1945, un migliaio di aerei anglo-americani bombardarono la città di Dresda, sopratutto il centro, causando migliaia di vittime civili (tra le 20mila e le 45mila persone) e radendo al suolo quella che era considerata una delle più belle città europee, priva di industrie belliche primarie o di obiettivi militari strategici.
In prossimità di una tale importante ricorrenza, qualche settimana fa il Comune di Dresda ha deciso di rimuovere inspiegabilmente la targa monumentale che ricordava la strage di civili causata dagli alleati durante la Seconda Guerra Mondiale. I cittadini si sono indignati a tal punto per lo smantellamento della targa commemorativa che hanno deciso di ricostruire il monumento a proprie spese. Spaventata dalle dimensioni della risposta popolare, l'amministrazione comunale di Dresda si è scusata, affermando che la sua azione è stata fraintesa, in quanto non voleva rimuovere la targa commemorativa, ma smantellarla perché interferiva con un edificio. In ogni caso, non c'erano costruzioni nell'area, ma è una comoda bugia. Nel suo comunicato stampa, la città promette di realizzare un monumento ancora più bello di quello rimosso.
Cosa ci fa capire questo? Che quando c'è una reazione forte, la risposta positiva non si lascia attendere.
Traiano, un uomo di rara virtù e capacità, incarna l'ideale dell'imperatore perfetto, un modello tanto elevato che persino Dante Alighieri lo collocherà tra i giusti nel suo celestiale Paradiso. La sua mitezza era proverbiale, un raggio di luce in un'epoca spesso oscurata dalla tirannia. Con la saggezza di un filosofo e la fermezza di un leader, rispettava il Senato e ascoltava il popolo, esprimendo il suo desiderio di essere trattato come avrebbe trattato gli altri, se le loro posizioni fossero state invertite.
Traiano fu anche un conquistatore, il cui nome risuonava attraverso i confini dell'Impero. Sotto il suo comando, le legioni romane attraversarono fiumi e montagne, annettendo nuove terre e popoli. La Dacia, ricca di oro fu assorbita nell'immenso Impero, estendendo la sua influenza e portando prosperità senza precedenti.
La ricchezza dell'oro dacico stimolò un'era di prosperità economica che durò cinquant'anni, un periodo d'oro per l'Impero romano. Traiano fu tanto amato e rispettato che divenne un punto di riferimento per i suoi successori, con un augurio che risuonava attraverso i secoli: "felicior Augusto, melior Traiano" - più felice di Augusto, migliore di Traiano.
Anche molto tempo dopo la sua morte, sotto il regno degli Ostrogoti, il re Teoderico, un barbaro sul trono di Roma, fu paragonato a questo grande imperatore ispanico, un tributo all'eterna influenza e al retaggio di Traiano.