22 gennaio 2021

L'antico faro del porto di Civitavecchia

Il faro nel 1860

di Francesco Etna

In queste immagini si può vedere com’era l’antico faro posto sulla bocca di levante del porto di Civitavecchia. I lavori di costruzione erano iniziati nel 1616 per ordine da Paolo V, ma quelli più imponenti furono intrapresi alcuni anni dopo, tra il 1624 e il 1644, sotto il pontificato di Papa Urbano VIII.  La torre, come riferisce Alessandro Cialdi,  era “di forma cilindrica a doppia rientrata, rivestita da pietra da taglio, alta metri 37 dal foco luminoso al livello del mare, con terrazzo alla prima rientrata fornito di parapetto merlato, ed altro terrazzo con ringhiera a livello della camera d’apparecchio”. L’accesso era assicurato da una scala esterna “a foggia di rombo con quattro branche”, mentre una scala interna che seguiva la curva delle pareti permetteva di raggiungere il quinto piano della torre, da cui si dipartiva una scaletta di ferro che raggiungeva il terrazzo e la “camera d’apparecchio”, cioè quella in cui era alloggiato il faro. Inizialmente la lanterna luminosa era solo “un piccolo fanale fisso sulla cima di un’asta che per mezzo di varie corone di lumi mandava a breve distanza il suo pallido raggio”, solo nel 1840 vi fu posto “altro fanale a macchina con eclisse, il quale discernevasi a sole cinque miglia in mare e non poteva per ciò rispondere agli importanti e crescenti bisogni della marina e del commercio”. Fu così che nel 1846, Pio IX, diede incarico ad Angelo Secchi, un tecnico di ampie conoscenze che, tra l’altro, ebbe modo di  occuparsi per lo Stato Pontificio ,  di  numerosi aspetti legati alla protezione civile. Egli infatti si dedico' alla collocazione di parafulmini sui monumenti, a misure antincendio nelle basiliche romane, a servizi di allerta meteo. Il Secchi dopo aver visitato i fari di Genova e Marsiglia si recò a Parigi presso la famosa officina di Augustin Henri-Lepaute  specializzata nella costruzione di lampade e meccanismi per fari. In seguito alla missione di Secchi, il faro di Civitavecchia e quello di Ancona, nel 1860, furono finalmente dotati di grandi lampade con lenti di Fresnel fornite da Lepaute.  Si trattava di un sistema lenticolare a luce bianca girante (a lampi con eclissi) del diametro interno di 1,5 metri in grado di diffondere raggi pressochè paralleli a molte miglia di distanza. 

Di seguito, la prima immagine mostra come apparirebbe il faro se fosse ancora dov'era. A seguire: il faro di Civitavecchia e quello di Ancona disegnati dal Cialdi e altre immagini che lo raffigurano come appariva nel 1860.








Raggi concentrati parallelamente dai vari prismi disposti sulla lente di Fresnel

Lente di Fresnel




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