3 agosto 2022

Torre campanaria di San Giulio | Storia e architettura dell'antica chiesa templare


Il campanile dell'antica chiesa di San Giulio racchiude una storia tanto particolare per quanto la sua ubicazione ed esistenza è sconosciuta ai più. Di seguito la sua storia, la riproduzione grafica.

L’ Età dei Comuni ebbe come conseguenza la grande rinascita della vita sociale ed economica della Tuscia tra l’ XI e il XIII sec. d.C. Questo comportò un capillare rinnovamento dell'architettura religiosa e ancor oggi tangibili per il gran numero di chiese che hanno conservato i loro originari caratteri romanici. Civitavecchia che anticamente apparteneva alla Tuscia romana non potè che risentire di tale influenza ed infatti ne è ancora testimonianza un’antica torre campanaria . Si tratta dei resti visibili della chiesa di San Giulio appartenuta all’ Ordine Templare e confiscata ai medesimi nel 1309 d.C. e da un documento del 1356 d.C. sappiamo che l’edificio era già un rudere. Nel XV sec. risulta sotto il controllo dell’ Ordine di San Giovanni di Gerusalemme (diventato poi Ordine dei cavalieri di Malta), ma. Dal XVI sec. fino a tutto il XVIII sec. la chiesa sarà chiamata di Sant’ Egidio Vecchio e dal Novecento muterà ancora il suo nome in San Giovanni alle terme (probabilmente per distinguerla dalla chiesa di San Giovanni Battista in Civitavecchia, fondata sempre dall’ Ordine dei cavalieri maltesi nel 1653 d.C. Nel campo degli studi fatti sulla chiesa sono da ricordare i due saggi di scavo archeologico eseguiti da Salvatore Bastianelli nel 1913 e da Odoardo Toti nel 1954 (in tale occasione la torre fu restaurata dall’ associazione Centumcellae) e lo studio recente di Enzo Valentini pubblicato nel 2008 (I templari a Civitavecchia). Le peculiarità architettoniche del campanile, come le finestre strombate e gli archetti pensili (a puro scopo decorativo), appartengono al romanico toscano del XI-XII sec. d.C. Ma dagli scavi fatti sono interessanti alcuni plutei che presentano decorazioni come il “nodo intrecciato” e il “triskele” che si rifanno al VII - IX sec. d.C., testimonianza di una prima chiesa ancora più antica, forse quella dove viveva il presbitero Giovanni, della diocesi centumcellese, citato nei “Dialoghi” di papa San Gregorio Magno (ca. 540 -604 d.C) per un miracolo fatto alle terme Taurine o alla Ficoncella. Ma la storia non finisce con questo racconto, perché il “triskele” e l’”intreccio” è un ornamento celtico assimilato nella chiesa cattolica irlandese da San Patrizio nel V sec. d.C. e sono la testimonianza del monachesimo irlandese accorso in aiuto della Chiesa di Roma in Tuscia per cristianizzare i Goti e i nuovi conquistatori Longobardi (San Colombano, San Frediano, Sant’ Andrea Scoto, San Donato e St. Sillan erano monaci irlandesi che fondarono o rifondarono città come Bobbio, Lucca e Fiesole). Nel X sec. d.C. questi monaci saranno sparsi in tutta la penisola, diffondendo le loro abbazie e la loro arte . Sovente saranno indicati con il loro nome originario di Scoti (da cui Scozia) e da qui deriverà l’antico cognome italiano degli Scotti (presente nel nostro territorio).

di Glauco Stracci


Di seguito una riproduzione della Chiesa di San Giulio ai tempi del pellegrinaggi sulla Via Francigena, a cura di Francesco Etna.


Un fantastico video del campanile della chiesa templare di San Giulio (Sant'Egidio) di Civitavecchia, grazie al drone di Stefano Costantini.

Chi fosse interessato alla storia del campanile e della chiesa templare di San Giulio (poi di Sant'Egidio) può leggere un articolo scritto a sei mani da Francesco Correnti, Roberta Galletta e da Enzo Valentini, pubblicato sulla rivista "Lazio Ieri e Oggi" (Edilazio, 2019).

La rivista è in vendita presso la "Macchina del Tempo", via Piave 1, a Civitavecchia.




via Movimento Archeotruria e San Giulio da salvare

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