25 maggio 2021

Celebrazioni per la cattura di una nave pirata nella darsena del porto di Civitavecchia


Questo è un grande dipinto di Charles Fracois La Croix, che si trova nel museo di Roma  (palazzo Braschi). Il critico d’arte Federico Zeri ebbe a riferire in un catalogo che si trattava di una grande festa con fuochi d’artificio nella darsena del porto di Civitavecchia. Non c’è nulla di certo ma essendo stato dipinto nel 1755 il soggetto, com’egli suppone, dovrebbe riguardare la visita di Benedetto XIV a Civitavecchia per festeggiare la cattura di una nave pirata

In effetti, consultando uno dei libri di Odoardo Toti, questi cita un episodio menzionato dal Guglielmotti in cui, il 20 ottobre 1755, tra Montecristo e il Giglio fu effettivamente catturato, dalla fregata pontificia San Paolo, un pinco algerino munito di ben 24 cannoni. Nel combattimento perirono, oltre al rais, 35 marinai, mentre altri 100 furono fatti prigionieri e resi schiavi. Perì purtroppo anche un cannoniere civitavecchiese che faceva di cognome Capuani. 

Quella che si vede in primo piano è possibile che sia proprio la fregata San Paolo, affiancata sulla sinistra dal pinco catturato. 

Fregata San Paolo con affianco la nave catturata

Da notare nel quadro, in mezzo a popolani un gruppo di persone con vesti molto eleganti, presumibilmente appartenenti alla nobiltà romana. A tal proposito ricordo che Benedetto XIV, tra tanti i provvedimenti da lui presi, va segnalata la bolla "Urbem Romam", promulgata il 4 gennaio 1746 che istituiva un Albo del ceto nobile romano, in cui vennero inserite 180 famiglie patrizie romane. Da ricordare anche che questo papa potenziò la flotta pontificia facendo costruire in Inghilterra due navi senza remi con propulsione interamente a vela: la San Paolo e la gemella la San Pietro. Successivamente anche altri due navigli, la Clemente e la San Carlo, questa volta però, costruiti e varati proprio nell’arsenale di Civitavecchia

Da notare nel particolare di destra una fontana zampillante, di cui non mi pare sappiamo nulla della sua effettiva esistenza, una rissa tra i popolani e infine come mi fece notare in mio vecchio post l’arch, Correnti, una serie delle famose teste di leone in bronzo con gli anelli d’ormeggio appesi alle pareti sotto l’edificio della camera apostolica nel complesso della Rocca.



Bisogna pensare che il quadro non aveva una funzione documentaria ma la celebrazione di un evento con delle licenze da parte dell'autore che nell'immagine ha probabilmente aggiunto una fontana mentre i leoni che in realtà erano solo sulla parete dei magazzini difronte, non visibili per via dei fuochi d'artificio, sono stati immaginati alla base del complesso della rocca. Per un'idea migliore del posto di seguito un bel disegno di Massarelli.


Fonte: Francesco Etna

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