Oggi ore, 16:21, il sole si trova allo zenit sull'equatore, illuminando tutto il globo allo stesso modo.
Il giorno ha quindi oggi la stessa durata della notte, ma da questo
punto in poi, le tenebre avranno la meglio sulla luce. Da sempre, la
natura scandisce i ritmi della vita dell'uomo, le cui attività sono
sempre state strettamente collegate alle forze della madre terra.
Trovandoci inseriti in una società moderna che tende ad appiattire e
togliere ogni significato alle specificità ed alle differenze
qualitative che intercorrono tra le varie fasi del ciclo annuale, l'uomo
moderno continua noncurante le propria vita frenetica e meccanica.
Guardando alle radici della nostra Tradizione, scopriamo che inizia un
periodo di riflessione e pausa interiore, atto all'analisi e al lavoro
su sé stessi, cercando e limando ciò che dentro di sé va corretto,
migliorato.
Di seguito un'interessante passo, che si lega anche alla prossima festività di San Michele Arcangelo.
Nei tempi antichissimi dell'evoluzione dell'umanità ogni passo del
processo della riproduzione umana era collegato strettamente al corso
dell'anno.
Con la festività di S. Michele (29 settembre) abbiamo appena superato
l'equinozio d'autunno (23 settembre - dal latino aequus, uguale, e nox,
notte). Passiamo da Uriele a Michele: è finita la fase di crescita
esteriore nella natura, e nostra verso ciò che è "altro da sé", ed è
iniziata la rigenerazione invisibile.
Adesso è Michele alla massima altezza, alla sua culminazione cosmica
L'emiciclo annuale che si avvia con Michele in autunno (e si conclude
con Gabriele in inverno) è quello "dalla morte alla vita", ritorniamo
dentro, ripieghiamo su noi stessi e nella nostra interiorità, per
consentirci poi di rinascere "a nuova vita"; quando - superato l'inverno
- verrà inaugurato l'altro emiciclo, polare a questo, quello di
Raffaele: "dalla vita alla morte", il tempo in cui saremo nuovamente
tutti proiettati fuori di noi, all'esterno.
In questi sei mesi dell'autunno/inverno (Michele e Gabriele) la "materia
è contessuta di spirito", mentre nei sei mesi precedenti della
primavera/estate (Raffaele e Uriele) era lo "spirito contessuto di
materia". Vediamo intorno, ovunque sotto i nostri occhi, avviarsi il
processo di "incenerimento della pianta" dopo aver assistito al trionfo
della "nascita della pianta". Il bianco secondo Steiner è il colore di
riferimento inteso come immagine animica dello spirito. La bellezza
luminosa di questo periodo autunnale è quella della veste di Michele,
"che a volte riluce di oro solare e a volte risplende interiormente come
un'irradiazione argentea": una veste intessuta d'oro (il Sole della
stagione precedente - Uriele) e risplendente d'argento (la Terra della
stagione seguente - Gabriele).
L'immagine di Michele che tiene la sua spada di ferro puntata sul drago è
per l'Uomo, secondo Steiner, un grande "appello rivoltogli per l'azione
interiore". Perché egli impari a festeggiare la festa di S. Michele
"facendone - appunto - una festa di liberazione da ogni timore o paura,
una festa dell'iniziativa e della forza interiori, una festa che sia un
appello all'autocoscienza scevra da egoismo."
Lasciamo dunque che in noi, in questa fase autunnale, cresca tutto ciò
che tende alla riflessione, "alla libera forte e coraggiosa volontà,
contraria ad ogni ignavia e ad ogni paura." In questo modo alla
conoscenza della natura possiamo unire un verace processo di
autocoscienza.
www.disinformazione.it, via aurhelio.blogspot.it
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