Durante
le mie lunghe passeggiate ho capito che il valore della civiltà del mio
impero non riposa sulla qualità dei cibi ma sulla qualità delle
esigenze e sul fervore del lavoro. Questo valore non è dato dal
possesso, ma dal dono di sé. E’ civilizzato innanzi tutto
quell’artigiano che si ricrea nell’oggetto; in compenso egli diviene
eterno, in quanto non teme più di morire. Ma quest’altro che si circonda
di oggetti di lusso comperati dai mercanti, non ne trae alcun vantaggio
se non ha creato nulla, anche se nutre il suo sguardo di cose perfette.
Conosco quelle razze imbastardite che non scrivono più i loro poemi ma
li leggono, che non coltivano più la loro terra ma si fondano anzitutto
sugli schiavi. Contro di loro le sabbie del Sud preparano
incessantemente nella loro miseria creatrice le tribù vive che saliranno
alla conquista delle loro provviste morte. Non amo chi è sedentario nel
cuore. Quelli che non offrono nulla non divengono nulla. La vita non
servirà a maturarli, e il tempo per loro fluisce come una manciata di
sabbia disperdendoli. Che cosa offrirò a Dio in loro nome?
Antoine de Saint-Exupéry, Cittadella
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