Civitavecchia subì un numero elevato di incursioni aeree perché gli avversari avevano l'obiettivo di mettere in crisi i rifornimenti della Sicilia, Sardegna e Corsica e neutralizzare Pantelleria. Per tale motivo vennero distrutte le attrezzature portuali e neutralizzati i collegamenti via mare. Il 14 maggio 1943 Civitavecchia fu vittima del primo di una lunga serie di eventi bellici tra i più tragici della Seconda Guerra Mondiale. La città fino ad allora era ricca di storia e tradizioni, antico porto di Roma e primo scalo marittimo in Italia per i collegamenti con la Sardegna ed importante nodo ferroviario, subì la quasi totale distruzione da parte delle gigantesche Fortezze Volanti B 17.
La sequenza dei bombardamenti
Per circa un anno, fino al 22 maggio 1944 la città fu vittima di 87 bombardamenti aerei. Si hanno notizie circostanziate di 34 incursioni, alle quali se ne aggiungono altre che, secondo le testimonianze, furono quasi quotidiane. Le punte massime distruttive furono raggiunte tra il 30 maggio ed il 4 ottobre 1943. Civitavecchia venne distrutta quasi al 95% e solo alcuni edifici, ubicati in zona periferica, restarono intatti. Il bilancio di morti e feriti fu molto alto: 450 circa erano i morti civili, tanti erano i militari ed un numero elevato i corpi esanimi rimasti sotto le macerie ed imprigionati nelle navi affondate in porto. I danneggiamenti alle strutture furono ingenti: gran parte della città medievale, nello specifico l'area compresa tra la prima strada ed il porto; la chiesa matrice di Santa Maria; l'antica Rocca allora sede del Municipio; la Cattedrale e la chiesa di San Francesco; quasi tutti gli edifici pubblici e le banche; i Comandi militari della Marina, del Presidio e delle Scuole Militari; gli alberghi ed il Museo Civico; il cinquecentesco Forte Michelangelo capolavoro di architettura militare; la centrale elettrica e lo scalo ferroviario; il cimitero. Furono danneggiati 21.300 vani del centro abitato su 26.400 esistenti. I bombardamenti causarono la distruzione anche dei servizi essenziali: acquedotti, reti di distribuzione del gas e dell'energia elettrica e reti fognarie. Nel mese di Maggio 1944 il porto di Civitavecchia era in stato di abbandono a causa dei gravi danneggiamenti subiti. Le truppe tedesche, prima di lasciare la città, distrussero ciò che era rimasto e apposero un cartello con la scritta "zona infetta". Sin dai primi bombardamenti gli abitanti migrarono verso le colline circostanti. Fu un esilio forzato per oltre 25.000 persone.
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