25 giugno 2016

Civitavecchia | Il vessillo mai catturato dal nemico

Tra le numerose foto sulla sciagura consumatasi a partire dal 14 Maggio 1943 che abbiamo avuto modo di vedere, due di queste ci sono sembrate molto significative. 

Le fotografie in questione, in cui appaiono, in una, la statua di San Francesco d'Assisi, situata nell'omonimo Largo, nell'altra, il Monumento ai Caduti della Grande Guerra, situata nel Piazzale degli Eroi, entrambe scattate dopo le 86 ondate di bombardamenti alleati sulla Città, hanno attirato la nostra attenzione principalmente per due ragioni. Innanzitutto le foto stupiscono per la quasi totale distruzione che circondano i due monumenti, che miracolosamente ne sono usciti integri, e poi per il grande valore simbolico che tali monumenti stanno a rappresentare per Civitavecchia.

La statua a San Francesco denominata "Poverello d'Assisi" risale a novembre del 1933 ed è opera dello scultore di Allumiere Giuseppe Cozzi, mentre il monumento ai Caduti della Grande Guerra è opera dello scultore Riva di Torino

I due monumenti, che rappresentano l'eredità spirituale di Civitavecchia, il legame con le passate generazioni, e che celebrano al tempo stesso, possiamo dire, la vittoria su di se (statua di San Francesco) e poi quella sugli altri insieme al sacrificio di quanti hanno combattuto per la Patria (Monumento agli Eroi), proprio per questa loro simbologia di cui si fanno portatori, nonché per la loro incolumità durante le incursioni aeree, possono essere visti con fierezza come un vessillo mai catturato dal nemico ma che continua a sventolare sulla Città. 

Un vessillo il cui significato e valore va tenuto però vivo e coltivato ogni giorno, pena l'avanzamento di deserto spirituale le cui conseguenze rischiano di essere peggiori di qualsiasi altro bombardamento. 








Foto: Osteria della memoria

Consigli di lettura | Luce dell'Illade

Come molti già sapranno, secondo quanto riportato dai classici il luogo dello sbarco di ‪‎Enea‬ è alla foce del fiume Linceo, l'attuale ‪‎Mignone‬, poco più a nord di ‪Civitavecchia‬. Un motivo in più, per chi come il Comitato 14 Maggio condivide un interesse per Civitavecchia e la sua identità, di approfondire i poemi omerici, i cui insegnamenti immortali, sotto forma di Mito, con orgoglio possiamo dire che si sono incrociatati anche con il nostro territorio.

‪Virgilio‬ racconta nell'‪Eneide‬ che dopo la caduta della città di Troia gli dèi ordinarono ad Enea di condurre i superstiti troiani nel luogo dove la sua stirpe era nata, cioè in Italia, nei pressi della città di Corito (l'attuale ‪‎Tarquinia‬). Per Alcimo Siculo (IV-III sec a.C.), Enea prese come moglie Tirrenia (altro nome di Etruria), dando vita così alla stirpe italica.

Segnaliamo pertanto il fascicolo "Luce dell'Illade - commenti di versi scelti di poemi omerici", << Un agile ma, nello stesso tempo, serio e profondo studio su alcuni classici greci, capace di far rivivere il Mito, affinché si trasformi in viatico culturale ed esistenziale della nostra vita >>.
Il fascicolo può essere prenotato qui o qui.